FIBA Americup 2017: tanti giovani e agonismo nel Sud America caliente

La presentazione di un torneo a cui parteciperà anche la nazionale brasiliana, nonostante i dissidi con la Fiba successivi alle Olimpiadi di Rio
23.08.2017 18:45 di Domenico Landolfo   vedi letture
FIBA Americup 2017: tanti giovani e agonismo nel Sud America caliente

Mancano solo 24 ore e poi, almeno per il “nuovo continente” scoperto da Colombo sarà la volta della AmeriCup 2017 un torneo a 12 squadre che magari non ha come gli anni scorsi una rilevanza in chiave mondiale per decidere qualcosa, ma di sicuro è un banco di prova a cui nessuno vorrà fare brutta figura. La competizione sarà divisa in tre sedi per la fase a gironi, col gruppo A che giocherà a Medellinil gruppo B a Bahia Blanca, mentre il gruppo C sarà di scena in quel Montevideo.  Alla fine della prima fase, le prime classificate di ogni girone, a cui si aggiungerà, anche in mancanza del primo posto, l’Argentina, che sarà padrona di casa alla Final Four in quel di Cordoba.

 

Gruppo A – Brasile, Colombia, Messico e Portorico

Quello di Medellin sarà un clima caldissimo, con quattro squadra a caccia dell’unico posto a disposizione per la fase finale. Gruppo che ha vissuto con l’asterisco per molti mesi, fino alla decisione della Fiba di ammettere la federazione brasiliana dopo i fatti di Rio e gli strascichi che ne sono seguiti. Che la manifestazione fosse molto giovane questo era già dato sapersi, comunque questo appare il girone più equilibrato dei tre, con la truppa verdeoro guidata dal nuovo coach Guidetti, che avrà in Bruno Caboclo la sua unica stella di fama internazionale, con un’autentica rifondazione che deve partire da qualche giovane da inserirsi nel gruppo dei veterani. Il Messico si affida a un nucleo esperto a cui comunque mancheranno le stelle, prima fra tutte Ayon. Curiosità per vedere Jorge Gutierrez, neo arrivato nel campionato italiano, guidare un truppa in cui ci si aspetta molto da Cruz, Hernandez e Mata. Delle tre prime punte del girone Portorico è quella che ha cambiato meno rispetto al passato, con una squadra già rodata e con meno esperimenti. Clemente è il play su cui fare affidamento, Romero, Ortiz e qualche altro ragazzo hanno esperienza europea e centrare la qualificazione sarebbe un bel passo in avanti. I padroni di casa della Colombia ci terranno a fare bella figura dinanzi al pubblico amico: squadra di veterani quella dei Cafeteros, con Ortiz e Moreno, entrambi 36enni a giocare un’ultima ciance con la camiceta amarilla ed il giovane Mejia a rappresentare il futuro di questa nazionale.

Gruppo B – Argentina, Canada, Venezuela e Isole Vergini

Girone pazzo ma con un posto in palio più l’albiceleste, che se passa come prima regalerà solo per questo gironcino la possibilità di passare anche con una sconfitta tendenzialmente. Argentina che abbandona, con buona eccezione dell’immortale Scola, la generacion dorada e si prepara al futuro, con Campazzo che alleverà a dovere Brussino, Laprovittola e Garino, tra i noti più noti. Canada che non avrà la sua formazione tipo ma che ha deciso di non rinunciare ad alcuni pezzi pregiati: la squadra biancorossa avrà i centimetri di Joel Anthony e la mano ferma di Jermaine Anderson: volto da conoscere sarà Rashawn Pierre, neo-sassarese, mentre quello di Brady Heislip è già noto ai tifosi di Cantù. Squadra senza stelle che avevano fatto l’impresa recentemente il Venezuela, che sarà privo di Vasquez, ma avrà dalla sua la fisicità di capitan Josè Vargas e la mano di John Cox. Occhio alla fisictà della Vinotinto, che si presenta con una possente batteria di lunghi in quel di Bahia Blanca. Curosità e mistero legato alla squadra delle Isole Vergini, che hanno un roster tutto sommato neanche così in là con gli anni e che tra le loro fila, tra i nomi più noti, possono contare su Walter Hodge. Sarà una sorpresa scoprirli e di certo non saranno le vittime sacrificiali.

Gruppo C – Uruguay, Usa, Panama e Repubblica Dominicana

Nella fornace di Montevideo, girone interessante da vedere e che vedrà tante partite combattute, al di là del nome e del pedigree che di solito tendono ad avere le nazionali. I padroni di casa della Celeste vorrebbero regalarsi un posto in quel di Cordoba che sarebbe davvero prestigioso, specie perché conquistato davanti ai propri tifosi, e la squadra che viene a disputare questo torneo è di sicuro battagliera, con Fitipaldo in cabina di regia ed Esteban Batista in centro, ma molti dei destini passeranno dalle mani di Jayson Granger che non ha disertato la chiamata. Team Usa, che per questa competizione è allenato eccezionalmente da Jeff Van Gundy e non da Popovich (chissà che se non fosse finito nel girone di Bahia Blanca – aka Casa Ginobili – non ci avrebbe fatto un pensierino) che si presenta con giocatori prevalentemente presi dalla G-League. Kendal Marshall è il più illustre del gruppo, chiamato a risolvere le questioni spinose,  Baron è l’unico con esperienza europea (Murcia) e per il resto sarà una squadra giovanissima, con Marshall Plumlee (New York) e Hillard (Detroit) uniche facce Nba: occhio a Larry Drew II, che tanto bene ha fatto alla Summer League. Panama, affidata all’esperienza del 37 Munoz in cabina di regia e all’estro di Gary Forbes in attacco, ha un roster giovane e che deve crescere. La Repubblica Dominicana, che delle formazioni caraibiche è sempre stata una delle più scomode, si presenta con soli tre over 30 (Santana, De Leon e Coronado) e una serie di under 25 tutti da scoprire.