Dall'Eurolega all'NBA: il mercato cambia rotta

Aumentano i giocatori che tentano l'avventura negli USA
16.08.2017 11:40 di  Davide Fumagalli  Twitter:    vedi letture
Dall'Eurolega all'NBA: il mercato cambia rotta
© foto di Marcos Calvo/Liverani

Il vento è cambiato e la NBA è tornata l'assoluta padrona della pallacanestro mondiale. Si è sempre detto che la lega professionistica statunitense guidata dal commissioner Adam Silver fosse quella che ospitasse i migliori giocatori del mondo e in effetti è così: non si tratta di una sensazione o di un luogo comune, ci sono anche dei numeri che testimoniano come sia in aumento il flusso migratorio di atleti che lasciano l'Europa, in particolare l'Eurolega, per tentare l'avventura negli States. Secondo quanto evidenziato da un'interessante grafica del sito HoopsHype, nelle ultime due estati, la scorsa, 2016, e quella in corsa, 2017, ha visto uno squilibrio tra i giocatori che hanno lasciato l'America per l'Europa e viceversa: in 12 mesi sono 24 in tutto i movimenti in direzione NBA contro gli 11 diretti in club che partecipano all'Eurolega.

Un'analisi che ha una chiara motivazione ovvero l'aumento sensibile del tetto salariale di cui dispongono le franchigie NBA che possono proporre alle stelle d'Europa ricchi contratti - praticamente non pareggiabili nel Vecchio Continente -, senza dimenticare la visibilità planetaria che ha l'NBA, da anni ormai la lega sportiva professionistica più globale al mondo. Sempre i numeri confermano questa inversione di rotta perchè dal 2010-11 al 2015-16, soltanto una sessione di mercato su sei aveva visto più giocatori dall'Eurolega all'NBA rispetto al contrario, 10 contro 7 nel 2012-13; nelle altre cinque sessioni l'Eurolega aveva invece superato la NBA, con un massimo di +6 nel 2010-11 e nel 2015-16. L'estate 2015 fu quella in cui il Fenerbahce di Zelimir Obradovic, reduce dalla prima Final Four a Madrid, prese Ekpe Udoh dai Los Angeles Clippers e Pero Antic dagli Atlanta Hawks, in cui il Real Madrid firmò lo svedese Jeff Taylor dagli Charlotte Hornets, e in cui l'ambizioso Khimki riportò in Russia Alexei Shved dopo le esperienze a Minnesota e ai New York Knicks.

Al momento, questa sessione di mercato ha visto ben 11 giocatori lasciare l'Eurolega per l'NBA e soltanto 4 tornare nel Vecchio Continente, il differenziale più alto dal 2010: spicca ovviamente il nome di Milos Teodosic, l'asso serbo che ha lasciato il CSKA Mosca per firmare con i Los Angeles Clippers; con lui altri nomi di rilievo come Bogdan Bogadovic e Ekpe Udoh, che hanno lasciato il Fenerbahce per Kings e Jazz rispettivamente, e addirittura tre ai Boston Celtics come il playmaker Shane Larkin e i lunghi Daniel Theis e Ante Zizic; in più Cedi Osman ai Cleveland Cavaliers e Darius Miller ai New Orleans Pelicans, senza dimenticare profili magari meno noti come il tedesco Maxi Kleber ai Mavericks e Rade Zagorac ai Grizzlies. Tra i pochi che invece hanno deciso di rientrare in Europa, forse per avere un ruolo da protagonisti e non da semplici comprimari, ci sono Sergio Rodriguez, il Chacho che ha lasciato Philadelphia per ereditare la corona di star al CSKA Mosca proprio di Teodosic, e Kevin Seraphin, il pivot francese che va a caccia di rilancio al Barcellona.

Numeri importanti e indicativi per una forbice che è destinata ad ampliarsi se la NBA, e con lei la G-League, la lega di sviluppo, avranno la possibilità di offrire contratti sempre più remunerativi e chance di giocare al massimo livello coi migliori giocatori del mondo. Il trend pare questo: sempre meno Spanoulis e Llull, mosche bianche che hanno saputo respingere le sirene NBA, e sempre più Teodosic e Bogdanovic. Il prossimo? Luka Doncic, senza alcun dubbio dal 2018.