La nuova frontiera oltre la muraglia: il mondo Cina e gli Usa di livello in arrivo

Arriva anche Keith Langford a rimpolpare un roster di grandi giocatori
11.07.2017 21:31 di Domenico Landolfo   vedi letture
La nuova frontiera oltre la muraglia: il mondo Cina e gli Usa di livello in arrivo

I soldi muovono l’economia, frase fatta e trita e ritrita nelle conversazioni più disparate, ma nemmeno le grandi economie e i mercati del basket europeo e americano possono avere davvero tutto quello che desiderano. Fino a pochi anni fa, qualsiasi giocatore arrivasse da uno dei campionati asiatici, specie se di quelli di formazione americana, era tacciato di essere uno di quelli da considerare meno, che avevano davvero provato a lucrare con la pallacanestro senza necessariamente essere un talento di quelli che spostano. Se dovessimo invece guardare oggi agli americani che giocano nel campionato cinese, di certo ne uscirebbe una squadra di tutto rispetto.

Il primo di una certa importanza era stato Stephon Marbury, che è uno di quelli che più ha dominato nel paese di Mao. Non è possibile dare il premio di mvp a un giocatore straniero, tra le logiche e le contraddizioni di un mondo con sue regole precise, ma l’ex Knicks e Nets è stato addirittura omaggiato di una statua a testimonianza di cosa ha saputo rappresentare quella esperienza e di cosa ha dato il basket cinesi a molte star americane.

Oden ha provato, riuscendoci anche, a rientrare sui parquet, JR Smith ci si è preso un anno sabbatico, alcuni di quelli annientati dalla pressione del mondo NBA han trovato la propria dimensione e han saputo rilanciare le proprie ambizioni, favorendo anche un interscambio con tanti ragazzi, post Yao Ming, che han fatto la traversata oltreoceano a parte invertita.

Oggi invece sono le grandi cifre che spingono in tanti campioni, di quelli che ancora potrebbero dire la loro almeno al top del livello di Eurolega che vengono attratti da un campionato giocoforza sempre più competitivo, magari con qualche regola stravagante relativa ai minutaggi, ai quintetti schierabili e tutto il resto, ma come ammesso da qualcuno dei brasiliani arrivati per rimpolpare il campionato calcistico, nel giro di qualche tempo inevitabilmente questi grandi campioni finiranno per rendere le squadre ed il campionato asiatico davvero competitivo.

Nell’ordine, Bouroussis, Scola, Aaron Jackson, Kyle Fogg, Edwin Jackson e da ultimo Keith Langford, che è stato pochi mesi fa il miglior marcatore dell’eurolega e non per il primo anno della sua carriera. Sarà solo il richiamo dei lauti contratti o la voglia di staccare la spina, ma anche le stesse trattative di mercato stanno avendo un proprio cambio di rotta, con i campioni americani che possono sì affrontare grandi sfide in club prestigiosi del vecchio continente o prendere pochi spiccioli da rincalzi in NBA, ma prima possono avere potere contrattuale con procuratori e società sparando cifre astronomiche che sono davvero esagerate, ma comunque inferiori ai contratti che avrebbero in Cina.

Quindi, con questa migrazione verso est, ne usciremo forse impoveriti o, al contrario, avremo solo quei campioni che sanno coniugare l’impegno che di fatto è il loro lavoro con la passione per lo sport, senza la necessità di guadagni fuori da ogni portata? Tutto è il contrario di tutto per il paese della Grande Muraglia, che ha forse ancora tante contraddizioni, ma che riserva e continua ad avere un fascino immutato nel tempo, ancora ancestrale, seppur incastonato di qualche melting pot americano qua e là.