Nuovi e vecchi protagonisti dell'Eurolega senza paura: "Vincere!"

Le dichiarazioni di Pangos, Roberts, Thomas, Huertas e Hanga ci introducono a quelle che saranno le prossime dinamiche della Euroleague in divenire
25.08.2017 18:45 di  Domenico Landolfo   vedi letture
Nuovi e vecchi protagonisti dell'Eurolega senza paura: "Vincere!"

L’Eurolega non è ancora iniziata e, dopo le pesanti accuse di Aaron Jackson dalla Cina, e di Zelimir Obradovic alla conference del board arbitrale di Belgrado – quella che ha deciso che la violazione di passi di area FIBA sarà analoga a quella di matrice NBA – sul calendario fitto e le qualificazioni in intinere, finalmente è anche il campo, o meglio i suoi protagonisti, a parlare. Sia di chi è rimasto nella sua squadra per il secondo anno di fila, sia chi ha visto nuovi orizzonti, non mancano gli spunti interessanti da analizzare.

Pangos, dopo l’esperienza estiva in Summer League ai Wizard, è ritornato in quel di Vilnius per quella che sarà la sua seconda stagione in terra lituana, con le solite motivazioni e la voglia di fare bene. “L’opportunità di giocare questa estate con i Washington nella Summer League è stata importante, qualche buona gara, giocatori di livello, continuare a mantenersi in forma e alzare il livello sono la prerogativa per potersi migliorare, giorno dopo giorno. Guardando alla prossima stagione, ho visto che lo Zalgiris ha operato bene sul mercato, ragazzi che ho visto giocare o che abbiamo affrontato, e che penso potranno darci una mano. Voglio iniziare a lavorare con la squadra per migliorare il nostro potenziale e provare a fare bene per la stagione che sta per iniziare”.

In casa Olympiakos si è provato a rifondare, con l’arrivo di un ex Nba di buon livello come Brian Roberts. Le sue prime parole dopo gli allenamenti al Pireo lasciano trasparire comunque decisione e carisma: “Sono emozionato di essere qui, in questo gruppo, in cui giocherò al fianco di grandissimi giocatori. Avevo già giocato in Europa, anche contro l’Olympiakos, so che tipo di mabiente c’è qui, quanto sia importante vincere ed affermarsi ad alto livello, e questo ha inciso non poco nella mia scelta di lasciare gli Stati Uniti ed il mondo Nba. Appena mi hanno chiamato, ho accettato subito la proposta, sono molto felice di essere qui, e voglio dare il meglio. Voglio essere parte di un team che, dopo qualche anno, torni a portare a casa la coppa. Giocare ad alto livello, in Nba, ha migliorato molto le mie capacità. Ho la consapevolezza e la voglia di fare bene con questa squadra, spero di poter far parte di un progetto che possa regalare alla città e ai tifosi parecchie soddisfazioni”.

Il Maccabi dopo il disastro della scorsa stagione in cui oltre ad una Euroleague di basso profilo non ha neanche centrato lo scudetto del campionato israeliano, quest’anno ha decisamente la voglia e la convinzione di dover ripartire da zero. Deshaun Thomas è parte del gruppo che proverà a riportare in alto gli stendardi della Nokia Arena di Tel Aviv, e le sue parole in aeroporto, al primo passo di questa nuova esperienza, viaggiano in quel senso: “Portare impegno, energia ma anche e soprattutto orgoglio in una squadra che aspira a vincere nonostante non si trovi nel momento migliore della sua storia. Per far sì che il gruppo sia vincente dovremo lavorare duro, soprattutto migliorando quello che è il nostro affiatamento tra compagni di squadra, solo così potremo portare a casa i successi che questo club e questa città meritano”.

Last, ma non sicuramente least, l’asse tra Baskonia-Barcelona ci regala due storie importanti, quella di Marcelino Huertas, neo acquisto della squadra basca, e di Adam Hanga, che invece lascia i rossoblu per accasarsi in Catalogna, non senza spifferi e rumors. Le parole del piccolo play brasiliano, passato anche dai Lakers, ma che ha costruito proprio con la maglia blaugrana parte importante della sua carriera, fanno capire la grandezza di un giocatore che riesce, sul campo come nella vita evidentemente, a vedere oltre quelle sono le facili letture di un passatore comune. “Rispetto molto Pablo Prigioni, che ha indossato questa maglia prima di me, è stato un esempio. Posso solo promettere che onorerò sul campo questi colori e cercherò di dare il meglio di me stesso in ogni gara”. L’ungherese invece è magari meno diplomatico nella sua presentazione blaugrana, ma ha voluto far capire quanto ci tenga a far bene: “Avevo deciso che questa estate mi sarei preso del tempo per poter valutare possibilità di andare in NBA, ma quando poi si è presentata sul piatto la chiamata del Barça ho capito che questa è la mia grande possibilità di far bene e l’ho accettata senza indugi. Sono qui per vincere e per dare lustro a una squadra così importante” parole di un leader vero che potrebbe diventare la punta di diamante di una squadra che al momento comunque non naviga in acque troppo tranquille, con la situazione di Terence Ryce ancora in standby e la seria possibilità, qualora il play di passaporto macedone non transerà il contratto, di vederlo giocare in Leb Gold con il Barça B.