“E’ un’Italia di cuore e con gerarchie. Serbia, noi siamo pronti"

Aradori e Belinelli parlano del quarto di finale di mercoledì sera dall'hotel azzurro
11.09.2017 12:21 di Fabio Cavagnera Twitter:    vedi letture
Aradori e Belinelli
Aradori e Belinelli
© foto di Fabio Cavagnera

Dopo la domenica di riposo, l’Italia inizia la preparazione per il quarto di finale con la Serbia. Una partita che aprirebbe agli azzurri le porte del Paradiso, quello che stanno inseguendo ormai da un po’ di tempo, fermandosi sempre a questo punto del torneo. “Non abbiamo l’ansia da prestazione - le parole di Pietro Aradori - Sappiamo questa può essere una delle ultime occasioni per una parte del gruppo storico, ma non la viviamo con ansia”. Anche Marco Belinelli ribadisce il concetto: “In passato è andata male, ma spero questo ci abbia permesso di migliorare. Siamo pronti e senza pressione”.

E con la voglia di rispondere a qualche pronostico di inizio Eurobasket: “Tante persone pensavano non saremmo arrivati in Turchia - prosegue il bolognese - Abbiamo usato questo come una grande sfida e per dimostrare quello che possiamo fare. Non è una critica, ma noi eravamo tra i pochi a crederci sin dal primo giorno, dal lavoro a Folgaria. Ed abbiamo una caratteristica importante: abbiamo grande cuore e siamo pronti ad aiutarci l’uno con l’altro”. Tra questi pare esserci il ct serbo Sasha Djordjevic, che da qualche settimana parla di Italia da medaglia, ma Marco non raccoglie la provocazione: “Ci sentiamo una squadra forte e carica, se poi saremo da medaglia lo dirà il campo”.

Si entra un po’ nel lato tecnico e nelle chiavi della partita di mercoledì: “Siamo arrivati fin qua con la difesa, quindi non possiamo fare una gara ai 100 punti - spiega Aradori - Servirà un grande sforzo contro i loro lunghi, con Marjanovic spesso decisivo, e limitare gli esterni. Se faremo un bel lavoro dentro l’area, abbiamo una grande chance”. A fare i punti, spesso, ci ha poi pensato il Beli: “Avere responsabilità non mi spaventa, siamo una squadra in cui ci sono delle gerarchie e vengono rispettate. E questo credo sia importante, rispetto agli anni passati. Ognuno sa quello che deve fare in campo”. Tra due giorni si troverà di fronte un big come Bogdanovic: “E’ un grande giocatore, sa crearsi il tiro o crearlo per i compagni e non ha paura di prendersi responsabilità. La Serbia dipende molto da lui”. Ma l'Italia, che ricorderà le vittime della tragedia di Livorno con il lutto al braccio mercoledì sera, c'è.