Messina: “Italia, non fare come la Juventus. Serve essere realisti”

Il ct azzurro parla della sfida contro la Serbia, alla vigilia del quarto di finale di Eurobasket 2017
12.09.2017 14:33 di Fabio Cavagnera Twitter:    vedi letture
Ettore Messina
Ettore Messina
© foto di Fabio Cavagnera

E’ la vigilia di Italia-Serbia ed Ettore Messina utilizza un paragone calcistico per presentare il quarto di finale di Eurobasket 2017. “Non vorrei fare come la Juventus, arrivata in finale di Champions in un ambiente fiducioso e convinto dei propri mezzi, al punto di pensare di poter giocare alla pari con il Real Madrid - le sue parole - Noi dovremo fare la nostra miglior partita, loro un po’ meno: se pensiamo di essere allo stesso livello, prendiamo una ripassata”. Questo non per mettere le mani avanti, “ma significa essere realisti. E’ la squadra più forte che abbiamo sinora affrontato agli Europei”.

La formazione di Djordjevic è favorita, anche se, ovviamente, c’è la voglia di provare a fare l’impresa: “Fosse un playoff sarebbero molto più favoriti, in una partita secca può succedere di tutto. Vedo una squadra serena e sicura, ma spero con i piedi per terra”. Questo è il concetto più volte ribadito dal tecnico azzurro, che poi risponde ironicamente anche al ct serbo, il quale più volte ha parlato di Italia da medaglia e Messina valore aggiunto: “Io posso cambiare la partita? Facendomi espellere - scherza - Lui e l’altro Sasha sono due grandissimi amici, ma anche due grandi paraculi”. 

Si entra poi nel fattore tecnico della partita, dove il tiro da 3 avrà ancora un impatto particolarmente rilevante: “Sicuramente sarà un fattore importante, ma prima ancora la cosa principale sarà come muoveremo la palla. Loro sono la miglior difesa sul pick&roll di tutto il campionato e questa è una brutta notizia, perché noi lo usiamo per costruire i tiri. Mi ricorda sinistramente la Germania”. Oltre ovviamente a Bogdanovic, uno dei giocatori più importanti dei serbi è Boban Marjanovic, che lui ha avuto ai San Antonio Spurs: “E’ un ragazzo di grande gentilezza e molto intelligente, fuori e dentro dal campo. Non è mai fuori giri ed in preda all’ansia. Sa come usare il suo corpo, sia in difesa che in attacco, è più mobile di quanti molti pensino. Non ha i 30 minuti nelle gambe, ma di impatto notevole. E poi tira molto bene i tiri liberi”. Altro fattore chiave, in una partita che, speriamo, si possa risolvere punto a punto.