I quintetti da Summer League di San Antonio ed il loro cuore, immensi!

Nonostante la sconfitta, senza Leonard giova ricordarlo, San Antonio esce dal campo tra gli applausi del suo pubblico dopo una gara di dedizione e sacrificio
21.05.2017 18:15 di  Domenico Landolfo   vedi letture
I quintetti da Summer League di San Antonio ed il loro cuore, immensi!

La faccia a dir poco assorta di Kawhi Leonard, chino sulle sedie della panchina ancora in giacca e cravatta sono l’immagine più eloquente di una vittoria Warriors che ha fatto male, nei modi e nei tempi, alla truppa Spurs, a cui possono essere riconosciuti tutti i difetti del mondo, ma non quello di non averci provato.

A dirla tutta la sfortuna anche stavolta ha fatto capolino tra le fila neroargento, con David Lee che è dovuto uscire dal campo con un probabile grave infortunio al tendine d’Achille, che lo ha colpito proprio mentre stava giocando alla grande contro la sua ex squadra, proprio mentre San Antonio aveva ancora, anche solo provvisoriamente, le mani sul manubrio della gara. Più volte abbiamo parlato di come in casa tecana sia il sistema a mascherare i difetti, reali o latenti, dei singoli che compongono, o forse sarebbe meglio dire che vengono scelti per comporre, i ranghi di questa formazione.

Mai come in questa circostanza, gli Spurs hanno dovuto fare a meno del proprio sistema, arrangiandosi con quello che han potuto pescare della panchina. Ancora una volta, Aldridge, lasciato solo a dover essere il primo l’atto primo di tutta la manovra dei suoi, è apparso fuori da ogni discorso. Gasol ha fatto quel che ha potuto, ma è incappato in una serata non certo da ricordare, nonostante la doppia doppia da 12 e 10 rimbalzi, così come potrebbe dirsi per Mills e Green, trascinati dalla marea in un mare di aurea mediocritas.

Popovich ci ha provato alzando il ritmo. Quintetti assolutamente sperimentali in cui si è visto che il lavoro del coach che difficilmente risponde in maniera logorroica, è volto a costruire prima uomini e poi giocatori. Chiavi del gioco affidata ad un Manu Ginobili commovente, non solo per il tunnel a West, ma anche per il carisma che ci mette, e quintetti sperimentali che forse neanche nelle summer league degli Austin Spurs si erano mai visti.

Anderson ha giocato, con i suoi tempi molto lenti, una gara competa anche in posizione di ala tattica, Bertans è stato prezioso alla causa con le sue geometrie tattiche, Forbes, lanciato nella mischia, non ha sfigurato, e poi Simmons e Murray, per tutti due veterani ma che di fatto sono alle prime gare di post season della propria carriera, giocate con coraggio, altruismo e la voglia di non guardarsi indietro, a voler comunque dare un futuro alla franchigia texana quando i “grandi vecchi” saranno costretti a lasciare. La cosa che però deve far riflettere è che con quintetti sperimentali e creati al momento da Pop, San Antonio ha prima visto il vantaggio nel primo quarto, ma poi, ancor più importante, dopo che Durant si è abbattuto sul match, sono sempre rimasti agganciati al match, senza mai scollinare oltre una soglia di non ritorno come in gara 2.

Non è un caso che Curry e Thompson siano stati efficaci ma non devastanti come nelle prime gare della serie, mentre un giocatore che non ha eguali, fisicamente e tecnicamente, come Durant è stato praticamente l’Attila dei suoi Unni senza lasciare prigionieri. Ora gara 4 potrebbe essere l’ultimo atto della serie e chissà che, pensando alla prossima stagione e dato il 3-0 sul groppone, in casa nerargento si decida di non far scendere in campo Kawhi Leonard su una caviglia malmessa. Ancor di più, nonostante la sconfitta, è stato chiaro che San Antonio, al 100% delle sue possibilità, avrebbe potuto dare filo da torcere a questi Warriors, che non hanno lo smalto degli ultimi due anni nonostante gli innesti.

Un flash anche dall’altra costa: Isaiah Thomas non ci sarà per il prosieguo della serie. Boston perde il suo punto di riferimento e sarà costretta a fare i salti mortali per provare a riequilibrare una serie che, come quella tra Spurs e Warriors, sembra orientata verso lo sweep. Ci si aspettava molto dalle due finali di conference, ma tra infortuni e vicissitudini varie, sembra proprio che ci si trovi di fronte alla messa a punto delle due contender prima del grande appuntamento delle Finals.