Il labirinto del fauno che regala a Golden State l'anello

Le chiavi di una serie avvincente che ha cisto parecchi spunti tattici sulla lavagna
14.06.2017 18:44 di Domenico Landolfo   vedi letture
Il labirinto del fauno che regala a Golden State l'anello

L'occhio ancora pigro per le ore di sonno a dovere evitate non può sottacere quanto queste finals hanno rappresentato la svolta in senso tecnico del mondo NBA, in cui oggettivamente non sono più i singoli a fare la differenza, quanto invece i gruppi in cui questi possono risplendere. Golden State ha portato a casa l'anello con una prestazione globale e collettiva, mettendo in risalto tutti i limiti di Cleveland, anche in relazione a quelle situazioni che sul campo la vedevano partire sfavorita.

Difesa aggressiva. Doveva essere il punto di forza dei Cavs invece si è rivelata la variabile impazzita per gli uomini di coach Kerr. Persino con Pachulia in campo, che doveva essere l'anello debole della catena, la fisicità e il sacrificio dei Warriors hanno avuto la meglio. Tolto il georgiano, sia col quintetto di Javale che con quello "small" con una delle ali in mezzo e Iguodala, sono sempre stati gli aiuti dal lato debole quelli che han fatto la differenza. Non a caso Cleveland ha trovato poco le imbeccate assistite costruite, affidandosi spesso all'estro del singolo, e costretta a forzare dalla lunghissima distanza. Se poi Thompson diviene l'anello forte del tuo pacchetto arretrato, allora il cerchio è completo. Secondo piano è stato quello delle scelte, nel ritmo e nella gestione della transizione. Curry ha dominato nella partita cercando sempre di portare Irving fuori dai giri giusti del suo motore, rallentando spesso e volentieri la manovra. Come però in un concerto di archi, ai bassi e lenti si alternavano quei picchi di atletismo prorompenti ispirati da Kevin Durant, che ha battuto gli avversari in tutti i modi possibili, senza mai dare una certezza su come prenderlo a LeBron e compagni. Una superiorità tale, che lo porta a chiudere oltre i 30 di media in una finale così tesa, in cui non sono bastati i dettagli a fare la differenza. Triple ma non solo. Come si arriva a imbucarla è molto più importante di quanti saranno i 3 point shoot segnati a fine partita nello score. Lasciando stare KD e Steph Curry, che pur hanno dimostrato di poter colpire quando non si sono autoinnescati, è stata la fluidità del gioco di Golden State a fare la differenza.
 

Il supporting cast ha fatto la differenza in termini di energia, fiducia e lucidità nelle fasi della gara più decisive. Nonché, la capacità di costruire conclusioni ad alta percentuale anche per i ragazzi della panchina, che le hanno imbucate eccome, ha costretto i Cavs in uno stato di ansia in cui non era mai possibile fare una scelta sul battezzare o meno un giocatore, o comunque sul fare una scelta. Lue ci aveva provato in gara uno con Pachulia, che aveva prima iniziato a colpire e poi a servire gli altri, facendo perdere colpi ad una difesa già svogliata di suo. In conclusione, anche ai tanti che hanno criticato la formazione di un nucleo così dominante in calce ad una singola franchigia, va ricordato che non tutti i grandi gruppi di superstar sanno convivere, ancor di più se nel primo anno dalla formazione, ma che la capacità di essere continui e costanti nel migliorarsi, nel superare le difficoltà e nel venire a capo delle situazioni è qualcosa che nemmeno l'intero nucleo di campioni della Hall of Fame potrebbe fare in automatico con tale coesione. Anche lo stesso Dream Team originario ebbe i suoi scricchiolii. Golden State ha vinto perché col suo sistema, con la sua fame e con la sua spinta emotiva, ha saputo surclassare una Cleveland in certi momenti apparsa abulica e schiava delle giocate del 23, mentre quando tutto il gruppo ha prodotto qualcosa, si sono dei risultati. In una serie però devi essere pronto subito, non da gara 4 e questo ha spinto il trofeo, per la seconda volta in tre anni, nella Baia, sperando che presto possa essere accompagnato anche dal trofeo della LV Cup in cui Oracle, proprietaria del palazzo in cui giocano Curry e compagni, vorrà provare a portare a casa la sua finale.