NBA Finals 2017: Warriors, è possibile fare più della perfezione?

Cosa possono limare ancora di più verso l'alto i campioni dell'ovest.
06.06.2017 14:40 di  Simone Mazzola  Twitter:    vedi letture
NBA Finals 2017: Warriors, è possibile fare più della perfezione?

“Anche l’anno scorso eravamo 2-0 avanti e poi abbiamo perso a gara 7”.

Steve Kerr è appena tornato sulla panchina dei suoi Warriors rassicurando tutti sulle sue condizioni di salute. Si sente bene e vuole allenare sino alla fine della serie, ma altrettanto certamente non vuole lasciare nulla al caso, infatti getta subito acqua sul fuoco dell’esaltazione dopo due prestazione che vanno ben oltre il convincente.
Sa che le serie possono cambiare su piccoli episodi e la squalifica di Green della scorsa stagione ne è la testimonianza più chiara e che ancora brucia l’epidermide dei Warriors, ma quest’anno è diverso. Non c’è stato il record di 73 vittorie da ricercare con spasmodica frenesia, non c’è una rimonta sotto 1-3 in finale di conference, non c’è un Curry malconcio e c’è un Kevin Durant in più.
Ti piace vincere facile, verrebbe da dire parafrasando la nota pubblicità, ma questa è la situazione attuale dell’NBA e soprattutto di una finale che, seppur non ancora chiusa, ha una bella piega diretta che punta su San Francisco.

Cosa può fare quindi di più Golden State in vista di gara tre?
Più di ciò che ha già fatto sembra difficile e a questo punto diventa importante non fare troppo meno, perché l’impatto ambientale, il campo ostile e i Cavs comunque tri-campioni dell’Est non a caso, sono un animale da non sottovalutare. L’obiettivo per Kerr è mantenere il ritmo e soprattutto la difesa vista in queste prime due partite. Più i Warriors possono attaccare nei primi secondi dell’azione, meno sono arginabili, posto che anche a metà campo non se la cavano male. Viene da pensare che se non hanno perso con 20 turnovers e venendo battuti nella restricted area, per di più con un LeBron James da tripla doppia, ci sia poca trippa per il gatto Cavs, ma a Cleveland i vari Thompson e Smith potrebbero entrare nella serie di gran carriera facendo anche male.
Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio e dodici mesi da quella gara 7 non sono passati per nulla.