NBA Finals: gara due e record, qui non si dorme (o forse si?)

Numeri che fanno di gara due una di quelle che passeranno alla storia
05.06.2017 20:30 di Domenico Landolfo   vedi letture
NBA Finals: gara due e record, qui non si dorme (o forse si?)

Al di là di quello che il campo ha offerto, gara due di queste Finals resterà nella storia, non solo come la sfida in cui la coppia Curry-Durant ha mostrato di poter essere illegale, ma anche perché, nonostante sia uscito sconfitto e con uno 0-2 sul groppone, probabilmente un giocatore come LeBron James non avrà simili per un lasso di tempo notevole, come Jordan prima di lui. La sfida si snoda su come KD abusi del suo fisico, pur essendo una guardia che si è trovato a giocare a sprazzi anche da numero 5 nel corso del secondo tempo. Di lui non deve sorprendere la voce punti e neanche, date le circostanze - ovvero la foul trouble di Green- i 13 rimbalzi catturati. Pesano nel computo di quello che ha fatto davvero la differenza, le 3 stoppate e i 5 recuperi, che lo consacrano in una partita storica per completezza di dati statistici.

Tra l'altro molte di queste arrivano nel primo tempo, per un ulteriore record mai visto prima. Altro fattore Warriors, proprio nella serata un cui superava per presenze ai playoff Mullins nell'alveo dei giocatori della baia, Thompson ha scritto 22 sul referto ma la sua difesa è stata da antologia. Limitare un avversario non significa necessariamente che non faccia punti, ma dare a Steve Kerr la concreta possibilità di giocare con 5 cambi su ogni blocco senza mai andare sotto. Se JR Smith era stato additato come Ministro della difesa, al figlio dell'ex Caserta Michail non serve la qualifica, è da solo l'intero corpo militare. Stiamo comunque distogliendo l'attenzione da LeBron e Curry due campioni capaci di mettere insieme una tripla doppia senza mai forzare, avendo il pieno controllo delle proprie capacità. Curry pareggia il record di liberi nel primo quarto di 10/10 di Marciulionis, LeBron agguanta il record di Magic Johnson, ergendosi a ultimo baluardo delle speranze Cavs e provando da subito a mettere in ritmo i compagni, con 10 assist già raggiunti a metà gara.

Sta proprio in quest'ultimo fattore la vera differenza tra i due: Curry guida i compagni, ispira le giocate e mette insieme quei numeri con il flusso che il sistema genera. Se guardiamo all'assist che premia Livingston o Clark, abbiamo la netta sensazione che quel passaggio, la seguente tripla, seguano un flusso continuo in cui il figlio di Dell è il cuore, che pompa sangue nelle vene. Seguendo le parole della canzone di Jovanotti, forse LeBron "sa di non essere solo" sebbene i numeri dicano altrettanto. Non basta la singola giocata di Irving o Love a spostare, King James forza i compagni a raggiungere quanto meno il suo stello livello di voglia ed intensità, ma senza successo. La sua tripla doppia è frutto di quella forza di.non arrendersi di voler provare a vincere nonostante tutto. Le sue prestazioni restano fuori dall' ordinario ma andare a Cleveland con lo 0-2 pesa parecchio.

Sta di fatto che due triple doppie in una serie di Finals non si erano ancora mai viste nella storia, con un solo richiamo ad un Milwaukee vs New York Knicks del 1970 in cui Kareem Abdul Jabbar e Frazier dominarono su fronti opposti la gara, ma era "solo" una finale della Eastern Conference. Si è scritta la storia e lo abbiamo visto fare a duecasa che rendono possibile ciò che si riesce alle volte solo ad immaginare, come stoppare nelle zone dove osano le aquile, passare la palla dal pertugio più impensabile o arrestarsi in pochi centimetri dopo il centrocampo per sparare una tripla che sente solo il profumo del cotone. Forse solo una scena andrebbe cancellata da una gara così memorabile, quell'immagine di Steph Curry che, ad inizio quarto periodo, con vantaggio dei suoi in doppia cifra, ma con altrettante residue speranze Cavs, "sonnecchi" con asciugamano in testa a bordo campo. Un'immagine che non si addice al talento Warriors che ha sempre fatto del sorriso e della sincerità le sue armi supplementari al talento.