Come stanno Celtics, Sixers, Warriors e Thunder dopo l’Opening Night?

Un punto sulla prima notte NBA
17.10.2018 14:28 di Ennio Terrasi Borghesan Twitter:    vedi letture
Stephen Curry
Stephen Curry
© foto di Twitter NBA

L’opening night NBA ha visto protagoniste quattro delle squadre più attese della nuova stagione: ne sono uscite partite magari non all’insegna di un grande equilibrio ma comunque ricche di spunti e interessi.

BOSTON CELTICS - I C’s si sono confermati autentici bestie nere dei Sixers (Boston ha vinto 15 delle ultime 17 partite di regular season contro Philadelphia) cogliendo una vittoria importante -soprattutto per il morale- nel giorno del ritorno di Irving e Hayward. Le due stelle dei Celtics, a dire la verità, non hanno brillato: in due 17 punti totali (10 l’ex Jazz, 7 l’ex Cavs) con 6/26 al tiro e 2/11 da 3. A guidare Boston al successo sono stati soprattutto un bryantesco Jayson Tatum (23 e 9 rimbalzi) e l’apporto di Terry Rozier dalla panchina: Scary Terry (11 punti e 8 rimbalzi) è stato il vero Gamechanger del match, come testimoniato dal +22 di plus/minus. Questa distribuzione di minuti (nessuno oltre i 30’ di Horford) e responsabilità offensive rinforza, una volta di più, la candidatura di Boston a principale antagonista dei Warriors.

PHILADELPHIA 76ERS - Buoni spunti, pur nella sconfitta appesantitasi nel secondo tempo (58-45 Celtics) sono arrivati dalle due stelle: Embiid (23 e 10 rimbalzi, ma 9/21 al tiro) ma soprattutto Ben Simmons, che al di là delle cifre (19+15+8 con 4 recuperi) ha mostrato lampi di talento assoluto e miglioramenti nel controllo del gioco rispetto alla seconda stagione. Le note dolenti per i Sixers sono soprattutto il tiro (4/15 tra Covington e Redick -unico a chiudere in doppia cifra oltre ai due leader sopracitati- per un 5/26 complessivo di squadra) e un apporto incolore dai comprimari, con Brown che ha anche ricercato soluzioni diverse: osservato speciale era Markelle Fultz, 5 punti e 3 rimbalzi in 24’ e il peggiore di squadra per plus/minus.

GOLDEN STATE WARRIORS - Smaltiti brevemente i festeggiamenti per il titolo dello scorso anno, con la cerimonia di consegna degli anelli di campioni NBA, i Warriors hanno iniziato al meglio la nuova stagione, regolando i rivali dei Thunder con una prestazione interessante soprattutto dal punto di vista difensivo, con gli avversari limitati a 6/23 nel primo quarto. Nonostante qualche acciacco di troppo (limitato l’apporto di Livingston e Iguodala) e le prestazioni incolori di Green (2 punti e 1/6 al tiro con 6 perse, ma 13 rimbalzi) e Thompson (5/20 dal campo e 1/8 da 3), Kerr ha trovato buone cose dai soliti Curry (32+8+9 con 5/9 da 3) e Durant (27+8+6) ma anche da protagonisti inattesi come Damian Jones (12 punti in 27’, dopo sole 25 apparizioni nei suoi primi due anni NBA) e Kevon Looney, doppia doppia da 10 punti e 10 rimbalzi in soli 18 minuti: un loro rendimento su questi livelli può fornire un’ulteriore freccia all’arco di Kerr, nell’attesa del rientro di Cousins.

OKLAHOMA CITY THUNDER - In una prestazione a due facce, con un ottimo terzo quarto dopo un primo tempo incolore, OKC può ammirare i segnali positivi giunti dall’esordiente Dennis Schröder, che ha provato a non fare rimpiangere l’assente Westbrook contribuendo alla causa con una prova non esaltante al tiro (7/19) ma incoraggiante nelle piccole cose e nel controllo del gioco. Paul George è uscito alla distanza (27 con 9/23 e 4/12 da 3), mentre Adams ha fornito un buon apporto nonostante gli acciacchi. In ogni caso il giudizio sui Thunder è sospeso, vista la buona reazione a una serata fiacca al tiro (36% dal campo e 27% da 3), fino al ritorno di ‘Mister Triple-Double’.