Eterno Ginobili, come il vino: invecchiando migliora

A 40 anni l’argentino dei Spurs continua a dimostrarsi un solidissimo giocatore NBA.
09.12.2017 19:31 di Ennio Terrasi Borghesan Twitter:    vedi letture
Eterno Ginobili, come il vino: invecchiando migliora
© foto di Twitter Spurs

Altro che ritiro. Il 2017-18 di Manu Ginobili, iniziato dopo l’incertezza estiva sulla possibilità che il campione di Bahia Blanca potesse effettivamente chiudere la carriera dopo la standing ovation post Gara 4 delle Western Conference Finals contro i Golden State Warriors, finora è meglio della stagione precedente.

La tripla della vittoria contro i Boston Celtics, che grazie a quel canestro (e a quello, forse più bello, in chiusura di primo tempo) hanno perso il miglior record della lega, è la ciliegina sulla torta di una stagione di altissimo livello per l’argentino, considerata soprattutto la carta d’identità che il prossimo 28 luglio reciterà 41 alla voce anni.

In questa stagione Ginobili sta giocando, in media, di più che nelle due annate precedenti, complice anche l’infortunio che ha tenuto fuori Tony Parker nelle prime sei settimane di Regular Season, e sta segnando (e tirando) di più rispetto alla scorsa stagione. Le percentuali sono inferiori, ma questo potrebbe essere spiegato anche dalle maggiori responsabilità offensive per l’assenza di Kawhi Leonard: sarà interessante vedere se con il ritorno dell’All Star degli Spurs le percentuali dell’argentino ex Bologna e Reggio Calabria miglioreranno.

Tendenzialmente il numero 20 di San Antonio nella sua carriera è sempre stato un giocatore in grado di elevare il suo gioco nei momenti decisivi di una partita, ma quella di questa notte è la prima tripla in carriera (su sei tentativi) segnata negli ultimi 10 secondi di una partita in equilibrio capace di dare la vittoria ai suoi Spurs, secondo quanto riporta Elias Sports Bureau.

Nonostante la duratura assenza di Leonard, prossimo al rientro, è anche l’apporto di Ginobili una delle ragioni per cui gli Spurs sono stati sinora in grado di mantenersi sul 70% di vittorie, con un 18-8 che sta valendo loro un solidissimo 3° posto ad Ovest, dietro le due super potenze Houston e Golden State.

L’argentino è sotto contratto anche per la prossima stagione, che terminerebbe sulla soglia dei 42 anni (pochissimi sono stati i giocatori nella storia NBA in grado di essere rilevanti a un’età del genere), e vedendo come sta giocando anche a livello fisico ci sono poche ragioni per dubitare del fatto che sino ad allora potremo continuare ad ammirare momenti di magia da parte di un futuro Hall-of-Famer.