I Golden State Warriors sono imprendibili con o senza Durant e Curry

I campioni rimangono tali fino a nuovo ordine.
09.01.2018 14:38 di  Simone Mazzola  Twitter:    vedi letture
I Golden State Warriors sono imprendibili con o senza Durant e Curry

Quando vincere diventa la normalità è sintomo della grandezza di una squadra.
I Golden State Warriors negli ultimi quattro anni hanno dominato la lega, con la parentesi dell’impresa dei Cleveland Cavaliers, e lo hanno fatto cambiando il gioco.
L’anno scorso hanno vinto sostanzialmente senza guardare in faccia a nessuno portandosi a casa Kevin Durant in un roster che aveva raccolto 73 vittorie solo l’anno prima.
Durant è subito diventato parte integrante del meccanismo e questo gli ha permesso di essere l’MVP delle scorse finali togliendosi la più classica delle scimmie dalla spalla e vincere il primo titolo. La dimensione del gioco di KD si è elevata da un livello già esiziale sino all’olimpo. Forse non è stato sempre esente da pecche nella gestione della sua immagine fuori dal campo, ma all’interno di esso, nonostante la facile decisione di unirsi ai più forti, ha vinto con merito.

Sarebbe lecito pensare che togliendo un MVP ci possano essere ripercussioni, invece in 23 partite senza Durant sono arrivate 22 vittorie che hanno un minimo comune denominatore: un altro MVP.
Facile dire che il suo nome è Steph Curry in un’abbondanza di talento che neanche che lo gloriose squadre del passato hanno mai potuto avere nello stesso momento ma soprattutto nel top delle rispettive carriere.
Curry è stato tanto fermo quest’anno e i Warriors hanno vinto grazie a Durant (e ovviamente non solo). Ora c’è ai box KD e Curry è ritornato dall’infortunio con il sangue agli occhi dominando ogni singola partita.
Se anche senza una delle due stelle di prima grandezza, l’altra si eleva e ha un supporting cast che sarebbe il riferimento di ogni altra squadra, pensare a qualcuno che in questo formato possa detronizzarli è davvero dura. Se poi c’è questo Curry…