Il saluto di Jimmy Butler a Chicago: “Ti amo, sei stata la mia vita"

Il giocatore è passato a Minnesota nella notte del Draft ed ha scritto un lungo post su Instagram
25.06.2017 10:01 di Fabio Cavagnera Twitter:    vedi letture
Jimmy Butler
Jimmy Butler
© foto di Twitter Bulls

In attesa dell’inizio della free agency, previsto per il classico 1 luglio, un’importante operazione di mercato è andata in scena nella notte del Draft: il trasferimento di Jimmy Butler ai Minnesota Timberwolves. Un addio ai Chicago Bulls che ha fatto scalpore, perché il giocatore era di fatto l’uomo simbolo della franchigia, dopo la partenza l’estate scorsa di Derrick Rose. Ma l’NBA è così, da un momento all’altro si può cambiare squadra, anche se sei un uomo di riferimento ed un tre volte All Star. E, così, Butler ha voluto salutare la sua ormai vecchia franchigia e, soprattutto, città.

L’ha fatto con un lungo post su Instagram, in cui non ha voluto fare alcuna polemica (come aveva invece fatto in altre dichiarazioni), ma solamente salutare gli ex tifosi e non solo. “Chicago, che cosa posso dire?! Faccio fatica a trovare le parole perché sei stata molto più che la mia casa negli ultimi sei anni, sei stata la mia vita - ha scritto - Mi hai accolto come un figlio e mi hai spinto a migliorarmi ogni giorno, ogni stagione. Se sono diventato la persona ed il giocatore che sono ora, è grazie a te. Mi hai spinto a non dare mai meno del meglio di me stesso ogni sera”.

La guardia dei T’Wolves ha parole di ringraziamento anche per la franchigia, ricordando la notte del Draft: “Grazie a tutta l’organizzazione dei Bulls ed alla famiglia Reinsdorf, per aver scommesso su di me nel 2011. Non dimenticherò mai la sensazione che ho provato quando sono stato scelto e quando ho giocato i primi minuti. Chicago, ti amo. Grazie per aver accolto un ragazzino di Tomball, come fossi uno di voi”. La chiusura è per la nuova squadra, dove ritroverà coach Tom Thobodeau: “Ora vado in una nuova casa ed in una nuova organizzazione. Per fortuna, con alcune facce familiari”.