NBA All Star Saturday tra rivincite, consacrazioni, e nostalgia

Skills Challenge, Three Point Shootout e Slam Dunk Contest: cosa è successo nel sabato delle stelle
18.02.2018 06:13 di  Paolo Terrasi  Twitter:    vedi letture
Donovan Mitchell
Donovan Mitchell
© foto di Getty Images

L’All Star Weekend, kermesse che offre il meglio della lega, mette in mostra il sabato esibizioni di puro spettacolo, tra abilità tecniche, tiro, e schiacciate.

L’inizio è dato dallo skills challenge: un percorso ad ostacoli che misura abilità di palleggio, passaggio, e tiro, suddividendo gli otto partecipanti (4 lunghi e 4 piccoli) in una final eight composta da vari testa a testa. Nel tabellone dei lunghi, ha trionfato Lauri Markkanen, rookie dei Chicago Bulls, nonostante un Embiid contro le regole: il centro di Philadelphia, infatti, ha continuato il suo percorso nonostante un errore nella fase di passaggio, salvo poi perdere lo stesso. In finale, però, non c’è stata storia: Spencer Dinwiddie, prepotente candidato al Most Improved Player quest’anno, è riuscito a dare vari secondi di vantaggio al finlandese, infilando la tripla conclusiva al primo tentativo. Piccola soddisfazione per il giocatore dei Nets, protagonista finora di un’ottima annata, che interrompe due anni di successi dei lunghi.

La gara del tiro da 3 (in passato vinta anche dal nostro Marco Belinelli) è stata vinta da Devin Booker. La giovane guardia dei Suns, superato agilmente un primo turno pieno di prestazioni sottotono (i 9 punti di George, gli 11 di Lowry ed i 12 di Eric Gordon, campione in carica) ottiene il trofeo battendo in finale Tobias Harris, padrone di casa, e Klay Thompson. Mentre il giocatore dei Clippers si ferma a 17, la guardia di Golden State realizza un ottimo 25, ma non basta: Booker, con 28 punti, realizza un nuovo record della competizione, portandosi a casa il trofeo e consacrandosi ancora di più come uno dei migliori tiratori della lega. 

La gara delle schiacciate, come ogni anno, chiude il programma. Fuori dai giochi sin dall’inizio Victor Oladipo, che zoppica vistosamente, si contendono l’accesso alla finale Dennis Smith, Larry Nance, e Donovan Mitchell. La guardia di Dallas parte tiepidamente, con una pump-up bella si, ma  decisamente poco esaltante per questa competizione, e si riscatta col primo 50 della serata, riuscendo a girarsi in aria e cambiare mano contemporaneamente, probabilmente la migliore schiacciata della serata. Larry Nance, invece, punta sul fattore nostalgia, presentandosi alla prima schiacciata con la maglia del padre; per la seconda, punta sulla potenza pura, partendo da dietro il tabellone. Il rookie di Utah, invece, riesce a mescolare fin da subito potenza e creatività: per la prima schiacciata sfrutta il rimbalzo di un secondo tabellone per andare a concludere; per la seconda richiede l’aiuto della celebrità Kevin Hart per volare sopra tre persone dopo un appoggio sul bordo del tabellone (con omaggio a Darrell Griffith, indimenticato “Dr. Dunkestein” degli anni 80’) In finale ci vanno “Spider” Mitchell e Nance. Il centro di Cleveland, dopo averne vestiti i panni, sfrutta l’aiuto del padre per un mulinello di pura potenza, e butta un pizzico di fantasia nella seconda schiacciata, dove appoggia due volte durante lo stesso salto la palla sul tabellone. La vittoria, per due soli punti, va però al candidato Rookie dell’anno degli Jazz: decisiva l’ultima schiacciata, una riuscitissima (con tanto di maglia) riproduzione di Vince Carter del 2000.