Philadelphia a due facce: forte con i forti, debole con i deboli
I 76ers, dopo anni di attesa del cosiddetto “process” erano candidati ad un salto di qualità, visto il debutto di Ben Simmons, Il miglioramento delle condizioni fisiche di Joel Embiid, e la firma di veterani come JJ Redick.
Il salto di qualità è arrivato: alla pausa per l’all star game, Philadelphia è settima, con tre gare di vantaggio sui Pistons noni, e conta di tornare a disputare dei Playoff che mancano dal 2012.
Dato ancora più interessante, che testimonia i progressi fatti dalla squadra della Pennsylvania, è il record contro le squadre “vincenti”, ossia sopra il 50% di vittorie: attualmente è positivo, con un 19-18, ma di queste, 10 sono arrivate dallo scorso 1 Gennaio.
Tuttavia, i margini di miglioramento per i 76ers sono alti. Il record contro le squadre sotto il .500 di vittorie è di 11-7: i Cleveland Cavaliers hanno sofferto lo stesso numero di sconfitte, ma a fronte di 18 vittorie.
Questo rendimento altalenante può essere spiegato dalla gioventù del roster: le motivazioni, più forti contro squadre competitive, possono facilmente venire meno contro squadre che possono essere sottovalutate. Un peccato di gioventù ai quali Embiid e Simmons possono rimediare: il quarto posto ad Est è distante soltanto due partite.