Quale futuro per i Toronto Raptors? Riprovare, rivoluzionare, o cambiare?

Tempo di bilanci in Canada, con le stesse domande di un anno fa: come si raggiunge lo step successivo?
08.05.2018 21:15 di  Paolo Terrasi  Twitter:    vedi letture
Quale futuro per i Toronto Raptors? Riprovare, rivoluzionare, o cambiare?
© foto di Zou Zheng

Dopo aver subito il secondo cappotto consecutivo alle semifinali di conference, nonché il secondo 4-0 di questi playoff, dopo i Portland Trail Blazers, i Toronto Raptors si ritrovano a dover fare gli stessi ragionamenti della franchigia dell'Oregon: come fare per ripartire?

Le similitudini tra le due franchigie sono molte: una squadra con un pubblico appassionato, un bel gioco in Regular Season, guidato da due stelle nel back-court che tuttavia si sciolgono ai playoff, con uscite premature e le finali di giugno ben lontane. E' giunto il momento di rifondare? In tal caso (come nel caso di Portland) il GM Masaj Ujiri ha di fronte un quadro salariale bloccato e complicato, con margini di manovra (e scelte al draft) inesistenti. Una rifondazione vedrebbe il sacrificio pressoché obbligatorio di DeMar DeRozan: pessimo nella serie contro i Cavs, ma comunque nel pieno della sua carriera, in continua evoluzione e con una mentalità di sacrificio non comune tra le stelle della lega. 
Potrebbe essere allora il momento di una rivoluzione tecnica, con la sostituzione di coach Dwane Casey: uno dei migliori della lega, migliorato insieme ai Raptors, ma decisamente bloccato ed in bambola nei playoff. Tuttavia, per quanto potrebbe essere positivo uno scossone, un "esonero" di stampo calcistico potrebbe rivelarsi deleterio, considerando anche come gli allenatori migliori siano quasi tutti ormai sotto contratto, con poche eccezioni rimaste sul mercato, ma quante di queste potrebbero costituire un effettivo upgrade rispetto a coach Casey?
Masai Ujiri, uno dei migliori GM dell'anno, ha davanti una bella gatta da pelare, ma non è detto che ci sia tutto da cambiare: la serie con i Cavs è stata più combattuta di quanto il 4-0 possa suggerire, e per quanto noi appassionati vorremmo che fosse così, Lebron James non è eterno (o eternamente accasato alla costa Ovest). Il risultato migliore di questi Raptors sono state non le semifinali, bensì le finali di conference, perse 4-2 contro i Cavs campioni del 2016, a dimostrazione che Lebron a parte, questa squadra è decisamente competitiva. Sarà una estate piena di riflessioni a Toronto, che vorrà rifarsi e togliersi il soprannome "Lebronto" di dosso, il prima possibile.