Dalla squadra al coach: il Pianigiani bis e quel tabù da infrangere

Cosa aspettarsi dal tecnico toscano nella nuova stagione dell'Olimpia Milano
03.08.2018 12:38 di  Fabio Cavagnera  Twitter:    vedi letture
Dalla squadra al coach: il Pianigiani bis e quel tabù da infrangere
© foto di Alessia Doniselli

Dopo aver chiuso nei giorni scorsi l’analisi dei vari ruoli della nuova Olimpia Milano, chiudiamo questa serie di articoli parlando del tecnico: Simone Pianigiani, al secondo anno sulla panchina biancorossa. Cosa attendersi dal coach toscano? Lo scorso anno ha ricevuto molte critiche (anche da parte nostra) per la difficoltà con cui la squadra è cresciuta, salvo poi riuscire ad arrivare in forma al momento giusto per conquistare lo scudetto, in maniera piuttosto perentoria. Ora ci si attende un passo avanti, per poter fare quel salto di qualità in Eurolega e lottare finalmente per un posto nei playoff europei.

La passata stagione l’Armani è cresciuta quando sono state accorciate le rotazioni ed ognuno ha avuto le certezze nel proprio ruolo e nell’utilizzo. Impossibile pensare di poterlo fare già da ottobre, visto il numero di partite (oltre 80) da disputare in stagione, quindi un compito chiave del tecnico e del suo staff sarà quello di riuscire a trovare la chimica giusta sin da subito, tra campionato e coppa, tra i 13 giocatori a sua disposizione. In questo dovrà aiutare l’esperienza (o il tanto caro “vissuto”) della squadra, dove ci sono state sette conferme e saranno sei i nuovi elementi da inserire.

Il nuovo regolamento imporrà l’utilizzo di sei italiani in campionato, così sarà questo un altro tema importante nella nuova AX Armani Exchange. Lo scorso anno, escluso capitan Cinciarini, gli azzurri sono rimasti tutti ai margini della squadra, ma quest’anno non sarà possibile, per evitare di sovraccaricare gli stranieri. D’altra parte, i vari Della Valle, Burns, Brooks ed anche Fontecchio hanno dimostrato di poter essere giocatori di alto livello, quanto meno per la Serie A. Il giusto mix sarà decisivo per infrangere il tabù del secondo anno: da Scariolo a Repesa, tutti hanno fallito gli obiettivi e chiuso malissimo l’avventura milanese. La rotta va cambiata e le premesse paiono esserci tutte.