Finita l’agonia per l’Olimpia: un flop in Eurolega con tanti padri

Società, allenatore e squadra, un concorso di colpa per un'annata fallimentare in Eurolega
08.04.2017 11:12 di Fabio Cavagnera Twitter:    vedi letture
La delusione Olimpia
La delusione Olimpia
© foto di Alessia Doniselli

Una buona notizia è arrivata dalla gara di ieri contro l’Unics Kazan: il calvario europeo è finito ed ora l’Olimpia Milano può concentrarsi sul campionato e sulla difesa dello scudetto. Ma resta l’unica news positiva (con il rientro di Simon) di un’avventura europea fallimentare, chiusa all’ultimo posto e con sole otto vittorie su 30 partite, esattamente la metà di quante ne sarebbero servite per conquistare l’ottavo posto e quindi i playoff. Una squadra che si è rivelata, dunque, non all’altezza della massima competizione continentale, le cui speranze di competere si erano già chiuse alla fine del 2016.

Un flop con errori su tutti i livelli, dalla squadra al tecnico, passando per la società, anche se è ovviamente facile analizzarli ora, quando ad ottobre il pensiero comune era di un roster almeno competitivo. Non è stato così, in primis perché i tre giocatori presi per fare il salto di qualità europeo sono stati i più deludenti: Raduljica, Dragic e Hickman non sono stati quasi mai incisivi (in particolare il pivot serbo) ed in questa Eurolega senza giocatori guida non si può andare avanti. La colpa della società è quella di aver affrontato troppo tardi il mercato, senza cercare un lungo a fronte dei problemi del n° 11 e sottovalutando l’addio di Alessandro Gentile, mai sostituito. 

Il record di 4-5 all’ultima gara europea giocata dall’ex capitano era in linea con la corsa playoff, da lì in poi il crollo è stato fragoroso, anche escludendo le gare dell’ultimo mese, dove l’emergenza è stata un ostacolo vero e proprio, non un comodo alibi. L’Olimpia non ha mai avuto un’identità difensiva, anche per ‘colpa’ di giocatori con scarse attitudini nel reparto (ma si poteva e doveva fare di più), ma ha via via perso anche quella offensiva, dopo aver iniziato come miglior attacco. Questa l’accusa principale a Repesa, che non è riuscito a trasmettere le sue idee difensive, preservando le qualità dall’altro lato del campo del gruppo. Ma in campo poi vanno i giocatori e le tante batoste sono frutto anche di un atteggiamento non sempre adatto, come spiegato da capitan Cinciarini nel post partita di ieri. Un concorso di colpa per una stagione europea da dimenticare, anzi no. Da prendere come esempio per evitare di rifare gli stessi errori nelle prossime annate. Quando non ci sarà nemmeno l’alibi di una competizione completamente nuova.