Gentile-Olimpia, una separazione ritardata. Con una complicazione

Un addio inevitabile con l'ex capitano, ma i mesi persi rendono più difficile il mercato
06.12.2016 11:16 di  Fabio Cavagnera  Twitter:    vedi letture
Alessandro Gentile
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Alessandro Gentile
© foto di Alessia Doniselli

Il giorno del divorzio è il 5 dicembre, ma la separazione tra Olimpia Milano ed Alessandro Gentile è datata 13 giugno 2016: quel “forse è la mia ultima partita con Milano” pronunciato pochi secondi dopo la conquista del 27° scudetto ha segnato la fine del rapporto tra il club ed il giocatore. Parole che hanno innervosito la società, un sentimento ancor più forte dopo l’intervista a Wojnarowski e per un tira e molla arrivato sino alla scadenza dell’escape NBA del 10 luglio, quando è diventata sicura la permanenza a Milano. Ma nulla è stato più come prima e si è visto poche settimane più tardi.

Quella fascia di capitano tolta ha cancellato gli ultimi fili del legame tra l’Olimpia ed il 24enne, che l’inizio della stagione non ha riannodato, anzi ha aumentato, creando un ‘caso’ per ogni minimo problema o questione. Ora una triste fine di una bella storia, iniziata sei anni fa e proseguita con 2 scudetti, 1 Coppa Italia ed una Supercoppa, seppur con qualche alto e basso, anche nel rapporto con il pubblico milanese. Una chiusura ritardata di alcuni mesi, ma una fine già scritta ed inevitabile, per permettere a squadra, giocatore ed ambiente di vivere con maggiore serenità il resto della stagione.

L’Olimpia ora deve guardare avanti e pensare al futuro, che inevitabilmente significherà mercato, per coprire il buco creato. Ma difficilmente la società punterà ad un esterno, reparto già abbastanza coperto, ma sarà in primis un lungo il giocatore cercato, soprattutto viste le grandi difficoltà di un Miroslav Raduljica, anch’esso non lontano dalla porta d’uscita. Questi mesi persi, però, complicano il tutto: molto più facile trovare in estate un giocatore di alto livello, anche per inserirlo subito nei meccanismi di squadra, rispetto ad un periodo dove i big sono tutti sistemati e spesso gli acquisti sono una scommessa. Milano è obbligata a vincerla, altrimenti l’Europa sarà ancora più dura.

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