L’incubo di Firenze, le scelte e quella lezione non imparata dall’AX

L'analisi della clamorosa eliminazione della squadra di Pianigiani dalla Coppa Italia 2019
15.02.2019 12:12 di Fabio Cavagnera Twitter:    vedi letture
L’incubo di Firenze, le scelte e quella lezione non imparata dall’AX
© foto di Alessia Doniselli

Paganini non ripete, l’Olimpia Milano sì. La lezione dell’anno scorso non è servita agli uomini di Pianigiani che si ritrovano fuori dalla Coppa Italia ai quarti di finale, in una competizione in cui sbagliare una partita equivale a fallire l’obiettivo. E così è stato. Se la scorsa stagione i biancorossi non erano scesi letteralmente in campo, in questa occasione forse hanno pensato di poter risolvere la pratica Bologna a loro piacimento, supportati da un avvio subito a +8, con un paio di accelerate di Nunnally. Invece, la Virtus non è crollata, i tiri hanno iniziato ad uscire e la partita si è complicata.

Andata sotto in doppia cifra e con un tempo sempre minore da giocare, l’AX si è innervosita, ha puntato sul talento individuale per uscire dalle difficoltà, non riuscendo mai ad imporre il proprio ritmo e permettendo così agli avversari di esaltarsi e di credere sempre più all’impresa. Unito questo problema ad una difesa che ha subito più di 20 punti a quarto (escluso il primo), gli italiani (Brooks a parte) non in grado di fornire un contributo di qualità alla causa ed una delle peggiori partite offensive della carriera di Mike James (3/18 dal campo), la frittata per i tricolori è stata fatta. Nonostante quel clamoroso tentativo di miracolo finale, in cui è stato mostrato il carattere, ma non cancellando il resto.

Oltre a quel tiro di Brooks appena fuori tempo massimo, ma con il dubbio di un cronometro partito in anticipo se non c’è stato (come pare) il tocco di Nunnally, hanno fatto discutere le scelte di Pianigiani sul turnover. Parlare dopo è sempre più facile e nessuno conosce come lo staff tecnico le reali condizioni dei giocatori, certo che un Tarczewski (seppur non ancora al meglio) avrebbe potuto essere d’aiuto, considerando le difficoltà avute da Omic e Burns nel contenere i centri bolognesi e nell’incidere in attacco. Contro una delle poche squadre italiane con lunghi di discreta qualità.

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