Finale 2017: Trento, in gara 1 una vittoria di atletismo e difesa

Trento vince una gara in cui la Reyer non ha saputo sfruttare a dovere le sue armi.
11.06.2017 16:44 di Domenico Landolfo   vedi letture
Finale 2017: Trento, in gara 1 una vittoria di atletismo e difesa
© foto di Twitter Trento

Le tematiche che sono emerse da una gara 1 più a senso unico di quanto non siano i numeri a dirlo, vanno tutte nel senso di una maggiore scelta tecnica da parte di coach Buscaglia che ha annichilito la Reyer Venezia. Se la semifinale aveva messo in luce la grande tenacia atletica e la capacità a rimbalzo, tale dato non ha potuto fare la differenza, perché nonostante la mole di rimbalzi offensivi catturati quello che è emerso è la capacità di arrivare prima su ogni pallone di quelli in maglia bianconera. Pur con chili e centimetri in più, la squadra di De Raffaele ha provato a far circolare la palla per cercare l’accoppiamento favorevole, ma le scarse percentuali al tiro hanno fatto la differenza.

Con la buona eccezione di Peric, e di Haynes nel finale, gli orogranata hanno mancato l’appuntamento con quei canestri, anche aperti, che magari nel finale avrebbero potuto anche riaprire una contesa che sul +25 sembrava conclusa. Indubbio però sottolineare che Trento, che aveva sette giocatori in rotazioni a cui si aggiungeva Lechtaler (che è finito ko tra le altre cose ed è in dubbio per gara 2), non avrebbe mai potuto reggere quella tensione difensiva che aveva scavato il solco, e nel finale sembrava arrivare poco sangue al cervello per gestire dei possessi importanti. Non a caso, Forray lo fa col cuore con una tripla dall’angolo, ma di lì in poi se per Shields, Trento ha faticato anche solo a superare la metà campo nel tempo utile.

Dicevamo di Shields, che ha portato le sue percentuali oltre ogni più rosea aspettativa, giocando anche tanti minuti da numero tre, quando Gomes e Sutton erano in panchina per questo o quel problema. L’ex Francoforte è stato attivo sui palloni vaganti, ha segnato da sotto, e avrebbe potuto rimpinguare a dovere il suo bottino se non ci fosse stato qualche errore sottomisura. È la variabile impazzita che ha colpito e ha fatto ciò che doveva, anche perché tutte le altre pedine han fatto quello che ci si aspettava. Hogue è stato dominante in vernice in tanti modi, nonostante la taglia, Gomes ha spaccato la partita con le triple.

Il resto lo han fatto i due “borseggiatori” Sutton e Craft. Il primo è stato devastante nel primo tempo e, sempre in campo, ha fatto la differenza su qualsiasi situazione difensiva. Il secondo, limitato dai falli, che lo hanno estromesso dal match su un dubbio sfondo a 4’ dalla fine, è la testimonianza che anche i grandi campioni sanno sbucciarsi le ginocchia e vederlo dominare la gara senza fare più di 5 punti è tutto dire. Trento ha da dover limitare i falli, che l’hanno penalizzata, perché dalla panchina Flaccadori ha punti nelle mani ed energia e Forray mette cuore e cervello, ma sulle ali non ci sono alternative, visto che Lechtaler è ormai fuori dai giochi. Chissà che Buscaglia non sarà costretto a mettere i suoi giovani.

Se Venezia, invece, dal suo canto, non migliorerà le palle perse, sarà dura venire a capo di una serie contro una squadra compatta, quadrata, che acquista convinzione nei suoi mezzi gara dopo gara. Bisognerà innanzitutto migliorare la percentuale dal campo, tenendo magari più basso il numero dei tiri a bersaglio dalla lunga distanza, che ieri sera han rappresentato più del 50% delle conclusioni tentate. Serviranno punti e spinta da Filloy e Bramos, i due veri fattore della serie, così come contro Avellino, che ieri sera hanno fatto flop. Si riparte da Tonut e Viggiano, i migliori in maglia Reyer, quelli che hanno interpretato al meglio la gara per spirito e dedizione.