La Reyer Venezia tra storia, presente e un occhio al prossimo futuro

L'analisi della squadra di De Raffaele anche in vista di quelli che saranno gli sviluppi per la prossima stagione
22.06.2017 22:13 di  Domenico Landolfo   vedi letture
La Reyer Venezia tra storia, presente e un occhio al prossimo futuro
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© foto di Alessia Doniselli

Venezia è tornata a vincere uno scudetto dopo i successi degli anni '40, quando il tricolore era arrivato battendo la Mussolini Roma e questo la dice lunga su quanta acqua ne sia passata sotto quei ponto, o per meglio dire anche in quei canali. Erano anni che la Reyer accumulava semifinali, è stata sul punto di andare sotto nelle sfide contro Avellino, ma ha saputo prendersi la vittoria, certe volte anche quando appariva insperato, e pensare a delle triple di Haynes, Bramos o Filloy che han tolto le castagne dal fuoco non è peregrino.

Finita la festa però, pensando al futuro, è difficile comunque pensare di nuovo alla Reyer come prima candidata allo scudetto. Al di là di quello che il campo ha detto, i lagunari, che han cambiato in corsa e non senza problemi di adattamento, non hanno trovato una quadratura del cerchio che potesse farli dominare. Eppure sono arrivati una semifinale di Champions e uno scudetto. La verità è che la squadra orogranata ha mantenuto invariato uno zoccolo duro italiano che già ai tempi di coach Recalcati aveva ben attecchito con le sue radici, crescendo anno dopo anno e soprattutto maturando anche dalle tante sconfitte.

Non è un caso che, immediatamente all’indomani del successo in gara 6, sia arrivata la ferma voce della società di voler tenere, a qualsiasi costo, quel Marquez Haynes che è genio e sregolatezza, capace di passare da giocatore anonimo a decisivo in un battito di ciglia. La sua conferma è solo il primo passo, che si sposerà quasi certamente con quel nucleo di italiani che in Tonut, Ress, Viggiano e soci rappresenteranno il punto di congiunzione.

McGee ha saputo dimostrarsi gregario di lusso, ma difficilmente accetterà un ruolo da comprimario anche per tutta la prossima stagione. Interessante quello che succederà con Bramos e Filloy: l’ex Pana ha dimostrato di poter essere un giocatore di palcoscenico europeo e sicuramente qualcuna delle big di Eurolega potrebbe essere interessata ai servigi del greco, chiamate dalla patria in primis. Sull’italo-argentino potrebbe convincersi qualche squadra italiana, ma al momento essendo stato uno degli eroi della squadra scudettata, le percentuali sono per una sua permanenza al Taliercio.

Sul pacchetto lunghi, magari Hagins e Ortner sono nel pacchetto partenti, il primo perché non ha convinto nel suo secondo anno in laguna, il secondo perché sembra essere fuori dal progetto. Rinnovare Batista sarebbe una bella addizione per la Reyer, avere un centro dominante con pochi pariruolo in Italia sposterebbe e non poco gli equilibri nella parte alta della classifica, ma lo stipendio dell’uruguagio è comunque uno di quelli sul piatto più pesante del bilancio e la valutazione verrà fatto anche in considerazione delle alternative. Più facile la conferma di Peric, storico gladiatore di mille battaglie, e capace di giocare più ruoli.

La certezza è un super De Raffaele in panchina, allenatore competente e preciso, capace di fare un miracolo e di sfruttare l’occasione, quando questa si è presentata. Non è un caso, allenatore della fucina dei livornesi, che quest’anno han fatto il tris, tra scudetto, A2 e Serie B, a testimonianza che attorno alla Toscana, si vive ancora di pallacanestro e di fondamentali, così come in laguna, dove la Reyer rappresenta una vera e propria istituzione senza tempo, e rimarrà tale.