Reggio Emilia, è la fine di un ciclo. Ed il futuro è tutto un rebus

L'analisi di fine stagione della Grissin Bon, con uno sguardo alla prossima stagione
21.05.2017 14:19 di Luca Sanibondi   vedi letture
Reggio Emilia, è la fine di un ciclo. Ed il futuro è tutto un rebus
© foto di Alessia Doniselli

Finisce beffardamente con un tiro sulla sirena la stagione della Reggiana, finisce così come era cominciata nella Supercoppa di settembre e sempre per mano della Sidigas Avellino. Finisce una stagione travagliata, con un epilogo prematuro rispetto alle aspettative che sancisce la fine di un ciclo vincente che ha portato Reggio alla conquista di due trofei (Eurochallenge 2014 e Supercoppa 2015) e due finali scudetto consecutive.

Doveva essere l’anno del progetto tecnico in mano al nucleo italiano dopo anni in cui le redini della squadra erano state affidate agli uomini dell’Est (Lavrinovic e Kaukenas su tutti). E all’inizio la scelta è sembrata rivelarsi azzeccata pure stavolta, con una partenza a razzo ed il miracolo di Natale contro l’EA7. Poi il richiamo alle armi della personalità ingombrante dell’ex capitano Kaukenas (fuoriclasse indiscusso che ha però pagato lo scotto della carta d’identità) che ha generato più di un malumore nello spogliatoio, ed un tourbillon di stranieri con sovrapposizioni tecniche sotto canestro ed una coperta corta in regia. Menetti non è mai riuscito a trovare il bandolo della matassa e la giusta chimica di squadra, icona del suo karma cestistico. Ne è dunque uscito un cammino tormentato fra alti e bassi in cui ad un certo punto anche l’accesso alla post season è stato in discussione. Nel momento della verità il parquet ha emesso la sua sentenza ed i nodi son venuti al pettine, facendo scorrere i titoli di coda al primo giro della ruota playoff.

Il futuro biancorosso è ora tutto da decifrare con un nuovo progetto da plasmare e costruire. Probabilmente sarà rivoluzione. Menetti, il coach più vincente della storia del club, è in scadenza ed aleggia più di un dubbio sul suo rinnovo. Sotto contratto ci sono solamente De Nicolao, Cervi, Strautins e Della Valle (che potrebbe tuttavia ambire ad un palcoscenico di prestigio). Pressochè certe le partenze di Aradori e Polonara. Degli stranieri probabilmente rimarrà poco o nulla. Si dovrebbe ripartire dal ds Frosini (anche lui in scadenza) che sta già puntando forte al cavallo di ritorno Mussini (dopo l’esperienza biennale oltreoceano a St. John’s) a cui verrebbe affidata la regia. E poi l’Europa. Riconquistata sul campo, dopo un anno di purgatorio forzato. Quell’Europa ingiustamente negata la scorsa estate generando il peccato originale della deludente annata. Ancora non è dato sapersi se sarà Eurocup o FIBA Champions League, ma da lì ripartono ambizioni, budget e roster di un progetto pluriennale che al momento è tutto un quiz.