Venezia, il flop più fragoroso. Trento stavolta è fatale, niente bis

Vincere è difficile, ripetersi lo è ancor di più. Non è un caso se, negli ultimi 20 anni di basket italiano soltanto due squadre (Treviso e Siena) sono state in grado di ripetersi e vincere almeno due scudetti consecutivi.

È certo, almeno fino alla prossima stagione, che non vi sarà una terza squadra: la Reyer Venezia ha infatti abdicato il trono conquistato un anno fa, proprio sul campo di quella Trento che è volata con merito verso la seconda finale scudetto consecutiva.

Una stagione sicuramente non negativa per Venezia, che ha conquistato il primo titolo internazionale della sua storia con la FIBA Europe Cup. Stagione che però lascia sicuramente più di un amaro in bocca alla società del presidente Brugnaro: fuori ai quarti di Coppa Italia, ai gironi -pur sfortunati- di Champions League e in semifinale in campionato, un ruolino contrastante con le ambizioni di una squadra che di certo non si è tirata indietro nell’investire in giocatori importanti, come testimoniano gli arrivi a stagione in corso di Austin Daye ed Edgar Sosa.

Proprio i due uomini ‘nell’occhio del ciclone’ in casa Reyer dopo la partita di ieri: il figlio del grande Darren, che dovrebbe continuare a far parte del roster veneziano nella prossima stagione, ha ‘tradito’ con l’espulsione in Gara 3 e una Gara 4 costellata di tanti errori (6/14 al tiro e 6 palle perse), specialmente nei momenti conclusivi; errori commessi anche dall’ex Biella e Sassari, preferito al posto di Jenkins e complessivamente deludente nell’esperienza in laguna.

Adesso, per la Reyer, una nuova stagione all’orizzonte, con una lotta che dovrebbe nuovamente essere su tre fronti (comprendendo la Champions League) e un progetto che vorrà sicuramente mettersi alle spalle queste battute d’arresto.