James e Irving da sogno! Cleveland vince e allunga la serie

Non è finita!
Tutti i dubbi riguardo la presenza di Draymond Green alla premiazione sono stati fugati da una prova che definire surreale dei Cavs è quasi riduttivo. Non ci sono sufficienti parole per definire in particolare quella di Kyrie Irving che segna 41 punti con 24 tiri e soprattutto un parziale del tutto personale nel quarto periodo che spegne ogni velleità dei Warriors e trascina la serie di nuovo in Ohio. Ovviamente Kyrie non ha fatto tutto da solo, perché se l’ectoplasmico Love chiude con 2 punti e 1-5 dal campo, LeBron James gioca un’altra partita leggendaria, molto simile a quella gara sei con Boston quando sotto 3-2 riportò la serie a Miami. Il #23 fattura 41 punti, 16 rimbalzi e 7 assists di puro dominio tecnico e fisico, regalando un brutto dispiacere ai Warriors. Il dynamic duo è il primo della storia NBA a segnare un doppio quarantello in una partita di Finale: “Siamo contenti di avere un altro giorno -dice James- ora riposiamo questa notte e poi prepareremo sia mente che fisico per un’altra battaglia in gara sei”.
Il primo tempo è una vera e propria sparatoria con un ritmo forsennato, canestri come se piovesse e una dinamica della partita che sembra favorire i Warriors con un Thompson ampiamente sopra i 20 punti prima della pausa lunga, ma un LeBron James altrettanto incisivo con una chase down su Curry, punti e rimbalzi che gli valgono già una doppia doppia pronta ad accadere.
Cleveland ha sempre qualche amnesia difensiva perdendo Thompson e Curry sulle doppie uscite, ma contrariamente alle abitudini trova una maggior presenza vicino al ferro che toglie sicurezze agli avversari e in una serata dove Curry ha decisamente le polveri bagnate (5-14 da tre punti) la differenza si sente: “Siamo ancora in una posizione di vantaggio -dice l’MVP- e possiamo giocarci le nostre chances già da giovedì”.
Dopo un primo tempo finito con le due squadre appaiate a quota 61, nel terzo quarto i Warriors calano d'efficacia e sbagliano 14 dei primi 20 tiri, segnando solo sette canestri totali con James che mette le mani sulla partita.
Anche Tristan Thompson comincia a dominare l’area pitturata e a mettere la sua solita intensità, ma per i Warriors non è proprio serata, perché su una splendida stoppata Andrew Bogut rimane a terra e deve essere portato fuori a braccia a causa di una brutta e innaturale torsione del ginocchio. Dalla dinamica sembra qualcosa di piuttosto serio che gli impedirà di terminare la serie, anche se la speranza è di rivederlo in campo presto.
Si arriva comunque al quarto periodo con una partita aperta, anche se i Cavs si presentano con nove lunghezze di vantaggio, ovvero uno scenario insolito per i padroni di casa.
Nel momento in cui arriva l’arrembaggio dei Warriors, Kyrie Irving inscena un clinic offensivo di pura onnipotenza segnando in ogni modo contro la competente difesa di Thompson e non solo: “Sono contento della prova –dice Irving- ma non avremmo vinto senza anche LeBron non avesse giocato così e tutti i miei compagni avessero lottato su ogni pallone in difesa”. Se vogliamo guardare il pelo nell’uovo la pallacanestro dei Cavs in questa partita ha vissuto di tantissimi isolamenti per la coppia di stelle, ma quando questi segnano con questa regolarità (come possono fare da tre punti gli Splash Brothers) devi solo cercare di contenere la mareggiata. Questa volta i Warriors non sono riusciti a rispondere, cercando Curry per provare a rientrare, ma trovando solo errori al tiro e quando, a quattro minuti dalla fine, i punti di distacco sono diventati quindici, i tifosi dei Warriors hanno riposto le trombette dei festeggiamenti, rendendo onore a una prova degli avversari che si scolpisce nella storia delle Finals. LeBron James con il 112-97 inflitto ai Warriors mette a segno la sua ventiseiesima serie di playoffs con almeno una vittoria esterna e raggiunge Manu Ginobili al nono posto per presenze nei playoffs con 197.
Ora i Warriors sono chiamati a una pronta reazione. Avranno di nuovo a disposizione il proprio leader vocale Draymond Green, ma dovranno riconquistarsi il titolo in gara 6 per scongiurare una partita decisiva in casa che potrebbe nascondere ben più di un’insidia.
La Finale NBA è ufficialmente salita di colpi e lo spettacolo non mancherà nemmeno nella sesta partita.