Warriors da record, Durant, Curry ma mai dimenticare Thompson

Alcuni lati meno noti del dominio Warriors sulla Western Conference.
25.05.2017 08:12 di  Simone Mazzola  Twitter:    vedi letture
Warriors da record, Durant, Curry ma mai dimenticare Thompson
© foto di Sergio Cerbone

“Se non vi piace lo spettacolo dei playoffs, potete anche non guardarlo. Ogni squadra va in campo per prevalere sulle altre e se c’è la possibilità di dare anche grandi scarti nessuno si tira indietro”.

Queste le parole di Kevin Durant dopo la vittoria in gara 3 dei suoi Warriors contro gli Spurs che aveva sollevato la legittima domanda sulla qualità di questi playoffs, con all’epoca le due teste di serie ancora a secco di sconfitte. Ne arriverà una per i Cavs che hanno rischiato anche di riperdere il vantaggio del fattore campo contro dei Celtics decimati, mentre i Warriors hanno chiuso definitivamente la serie in gara 4.
Curry e compagni arrivano quindi alla terza finale consecutiva da imbattuti ed è la prima volta che succede nella storia, o perlomeno, che succede con 12 vittorie e nessuna sconfitta. I Lakers del 2001 s’inchinarono solo a una leggendaria gara 1 di finale da parte di Allen Iverson, ma arrivarono ugualmente imbattuti all’ultima sfida, con la prima serie di playoffs ancora al meglio delle cinque partite, quindi con il record di 11-0 come i gialloviola dell'89.

Ginobili aveva detto: “Per vincere contro di loro senza Tony e Kawhi, dobbiamo giocare a livello 100 e loro a livello 70”. Questo non è successo e Gregg Popovich dopo l’eliminazione ha elogiato gli avversari dicendo: “Se pensate che questa squadra sia solo talento vi sbagliate di grosso. Hanno un sistema difensivo di altissimo livello che permette loro di creare l’attacco partendo da lì”. E questo è stato per tutti gli ultimi tre anni il segreto di pulcinella dei Warriors, che vengono spesso valutati per l’attacco, la spettacolarità e il talento a disposizione, ma si sono guadagnati tutte queste vittorie anche con il lavoro difensivo, lo splendido sacrificio di Draymond Green e Klay Thompson assieme ai gregari.
E’ proprio di Thompson che si parla in termini poco lusinghieri per il rendimento offensivo e le percentuali, ma si considera sempre troppo poco quanto sia utile e a tratti imprescindibile anche nella metà campo difensiva. Una stella che potrebbe essere la prima opzione in almeno 20 squadre della lega, accetta in silenzio di fare il terzo violino e veder drasticamente ridotti i suoi tocchi, in nome di quel titolo sfuggito all’ultimo l’anno scorso. Mai un’esternazione, mai un atteggiamento sbagliato, ma solo l’intelligenza di chi vuole vincere in ogni modo, anche sacrificando se stesso. E se giustamente tutti ora incensano Manu Ginobili proprio per questo motivo, forse ci troveremo tra qualche anno e magari qualche titolo in più dei Warriors, a dire la stessa cosa di Klay. Le statistiche contano, ma non sono tutto.