Indiana Pacers, preview: cura McMillan, squadra di corsa e George MVP

I Pacers cambiano pelle e alzano i ritmi
12.10.2016 14:40 di  Simone Mazzola  Twitter:    vedi letture
Indiana Pacers, preview: cura McMillan, squadra di corsa e George MVP

Gli Indiana Pacers hanno cambiato praticamente tutta l’ossatura che aveva portato la squadra a battagliare con i Miami Heat per il titolo di conference. Quel gruppo era un mix indecifrabile di talento, sregolatezza, forza e voglia di emergere che era assemblato talmente su equilibri sottili da poi implodere senza motivi apparenti.

In questa stagione inizia una nuova era, quella di Nate McMillan e per analizzarla ci siamo serviti del preziosissimo contributo di Scott Agness di Pacers Podcast.
La politica di Larry Bird si basa su una filosofia diversa di gioco rispetto a quella di Vogel. Lo scopo è di segnare più punti e sfruttare l’up tempo offense per rendere i Pacers più fluidi e pericolosi. Già nelle prime partite di preseason, come ci dice Agness che le ha seguite da vicino, il coach non ha praticamente chiamato giochi dalla panchina cercando di far andare la squadra più in continuità possibile. Questo, probabilmente meno esasperato, sarà il credo della stagione con l’obiettivo di segnare almeno 105 punti di media.
Bird ha lavorato con alcuni acquisti mirati e l’idea di avere Jeff Teague in cabina di regia potrebbe influire sul pace factor con cui giocheranno i Pacers, mentre il discorso è diverso per Al Jefferson che potrebbe essere non perfettamente adatto a una go-go-go offense, inoltre sono da valutare bene le sue condizioni fisiche sia a livello di salute che di brillantezza.
Ovviamente a Indianapolis tutto inizia e finisce con il nome di Paul George che ad inizio carriera aveva promesso di diventare un All-Star facendo storcere il naso a molti, ma anche facendoli ricredere. Ora è arrivata la promessa che questo sarà il suo anno da MVP, ma nell’ambiente Pacers sebbene si sia perfettamente conscio dello stellare valore del giocatore, ha anche la consapevolezza che non sia ancora pronto per un premio del genere e soprattutto non lo siano i Pacers nel permettergli di poter competere ai massimi livelli di lega e Conference.

C’è molta aspettativa invece su Rodney Stuckey che potrebbe essere il capo banda della second unit e potrebbe trovarsi benissimo con il nuovo credo di pallacanestro. La scelta di intraprendere questo basket e affidarsi a McMillan è stata una decisione molto facile per il front office che ha promosso una persona già dell’ambiente, che conoscesse tutti i dettagli e che potesse portare una sferzata di novità a tutti. Nate è molto ascoltato e rispettato, ci dice Agness, da giocatori e assistenti e anche se l’efficienza difensiva che era un marchio di fabbrica che per forza calerà, ci sarà un importante upgrade dal punto di vista offensivo che li renderà pericolosi per tutti.
C’è tanta aspettativa anche per Miles Turner che già negli scorsi playoffs ha fatto vedere lampi notevolissimi e se dovesse continuare la sua crescita potrebbe inserirsi nella corsa a Most Improved Player.
Se la salute assisterà i Pacers è possibile trovarli intorno alle cinquanta vittorie stagionali e un buon seed in vista dei playoffs. Quanto possano fare strada lì è difficile da dire.