Derek Fisher pensa al clamoroso ritorno sul campo

Ormai non è più una novità se un giocatore si ritira e continua la propria carriera nel basket, prima da consulente, poi magari come analyst per qualche tv ufficiale.
Non è stato diverso per Derek Fisher che dopo essere stato la vera e propria chioccia di tanti campioni, un giocatore affidabile, ma soprattutto un professionista e un uomo al di sopra di ogni sospetto, si è dedicato alla panchina passando dall’altra parte del muro.
La sua avventura come allenatore dei Knicks non è stata niente d’indimenticabile, sebbene a volerlo fosse stato Phil Jackson all’interno del sistema sideline triangle che aveva permesso prima ai Bulls e poi ai Lakers (con Fish in campo) di dominare l’NBA.
Ovviamente le partite si vincono con i giocatori e ogni sistema se giocato con gli interpreti sbagliato porta a risultati mediocri.
Il licenziamento da coach dei Knicks è passato quasi sotto silenzio perché veniva da una situazione di gulag dalla quale nessuno era in grado di uscire e nemmeno la mossa del cambio di guida tecnica ha sortito gli effetti sperati.
Ora Fisher dopo un periodo sabbatico lontano dai riflettori è tornato alla ribalta per un’impresa che avrebbe dell’incredibile se portata a termine.
All’età di 41 anni ha postato su Twitter dei video che lo ritraggono in intensivi workout che dapprima sembravano finalizzati alla personale forma fisica, ma che poco dopo sono stati spiegati dall’interessato come una clamorosa possibilità di comeback. “I’m not done yet” è stato lo slogan con cui ha chiuso la serie di tweet rendendo pubblico il fatto che se qualche franchigia NBA fosse interessata ad averlo a roster lui sarebbe tranquillamente disposto a tornare.
Si parla anche della possibilità di vederlo in Cina a strappare qualche contratto milionario e unirsi alla sempre più folta schiera di americani che vanno a giocarsi le proprie possibilità e grandi quantità di soldi all’estremo est.
Nessuno nella storia è mai tornato a giocare dopo aver allenato nella lega. Solo Magic Johnson lo fece nella stagione 1995-96 giocando 36 partite ai Lakers dopo averne allenate però solo 13 nella stagione 1993-94. Un campione di panchine molto limitato per considerarlo un precedente, mentre Fisher ha avuto ben più tempo da passare sul pino prima di (eventualmente) tornare.
Quando Michael Jordan diceva che avremmo potuto trovarlo in campo a cinquant’anni sembrava una boutade, ma all’età di 41 anni e con il tasso atletico raggiunto dall’NBA del 2016 l’impresa del venerabile maestro sarebbe perlomeno paragonabile.