Iverson, O'Neal e Ming emozionati e onorati alla celebrazione di Springfield

E’ stata una notte di grandi emozione a Springfield dove Allen Iverson, Shaquille O’Neal e Yao Ming sono stati ufficialmente inseriti nella Hall Of Fame.
Iverson ha intrattenuto il pubblico con uno speech di 31 minuti, vincendo un evidente emozione iniziale e combattendo con le lacrime per tutta la cerimonia. Dalla loggia tantissimi sostenitori con la maglia numero tre lo acclamavano e lui ha ripercorso la carriera, supportato dalla sua crew formata da Larry Brown, Julius Erving e John Thompson.
Ha ringraziato coach Thompson di Georgetown per avergli salvato la vita: “Nessuno dopo le vicende avvenuta all’High School voleva reclutarmi. Lui ha creduto in me e aiutato mia mamma. E’ stata una persona semplicemente fondamentale nella mia vita”.
Poi ha riportato la grandissima emozione nella prima volta in cui ha giocato contro Michael Jordan: “Ero seduto in panchina e lo vedevo là –prosegue- Mi sono detto più volte che quello fosse Michael Jordan, il mio idolo, la mia star e il mio esempio. Tutti volevano essere come lui, ma io in quel momento lo avevo lì a pochi metri e dovevo giocare contro di lui”.
Ha poi chiuso con una citazione verso i tifosi di Philadelphia scatenando un vero e proprio tripudio: “Con loro ho un rapporto indescrivibile. Non sono mai scesi dal mio carro nemmeno quando me ne sono andato e hanno continuato a sostenermi sempre con tutto il cuore. Sono stati davvero speciali”.
Shaquille O’Neal ha mixato momenti divertenti ad altri molto più seri come quando ha voluto ringraziale Lucille O’Neal e Phil Harrison per avergli dato la disciplina necessaria ad affrontare la vita, poi ha nominato Kobe Bryant ringraziandolo sentitamente per averlo spinto oltre i suoi limiti, averlo fatto migliorare come uomo e giocatore per vincere insieme tre titoli consecutivi.
Per chiudere ha poi introdotto Yao in modo molto simpatico: “Per anni non ho parlato con Yao, poi un giorno mi segnò in faccia due tiri in fade away alla Hakeem e gli dissi: Bel movimento Yao. Lui mi rispose: Grazie fratello! In quel momento capii che parlava veramente inglese visto che non l’avevo mai avvicinato pensando non conoscesse la nostra lingua”.
Yao ha aperto la serata con una battuta di grande spirito: “Non pensavo di dover parlare per primo, credevo questo posto spettasse al grande Allen Iverson, io credevo di aver più bisogno di practice (facendo riferimento alla famosa conferenza di AI)”.
Ha poi voluto ringraziare tutta la città di Houston, lo staff medico dicendo che rimarrà un Rocket per la vita. Ha voluto anche ricordare il suo primo approccio alla squadra e la grande umanità di Cuttino Mobley che, già alla prima sera, lo aveva invitato a casa sua per un soul food dinner che però lui pensava essere una cena salata.
C’è stato spazio ovviamente anche per Tom Izzo, inserito assieme al trio di giocatori, che ha voluto ringraziare tutti, compreso il suo Draymond Green presente in platea e molto legato a lui sia a livello sportivo che a livello umano, oltre ai genitori Dorothy e Carl. La mamma novantenne era tra il pubblico, mentre il padre lo aveva lasciato lo scorso settembre.
Ci sono state tante emozioni in una serata irripetibile.