Jalen Green, niente college, va in G-League: le conseguenze

Il predominio della NCAA nello sviluppo dei giovani talenti in attesa del draft sta venendo sempre meno con gli anni, con la competizione sempre più serrata (basti pensare ai giocatori che vanno in Europa, come fece Brandon Jennings a Roma, o in altri paesi, come Lamelo Ball in Australia quest'anno). Un durissimo colpo che potrebbe sparigliare totalmente le carte in tavola arriva da Jalen Green, prospetto liceale numero 1 d'America, che decide di saltare la NCAA ed andare a giocare in G-League. 

Nativo di Fresno, in California, il classe 2002 è una guardia di quasi due metri dotata di un atletismo fuori dal comune, capace di veleggiare in campo aperto, cambiare marcia improvvisamente e volare sopra il ferro saltando con stacco su uno o due piedi, tanto da scomodare paragoni con Zach LaVine. Il tiro da 3 è ancora un work in progress, ma l'esterno è di un livello tale che voci di corridoio dicono che sarebbe stato candidato per la prima scelta di questo draft, qualora fosse stato possibile per lui dichiararsi. Non è quindi un giocatore come tanti quello che decide di saltare a piè pari la March Madness per la lega di sviluppo, dove guadagnerà 500 mila dollari, più una borsa di studio fornita dalla lega per finire gli studi. 

La sua decisione ha già seguito immediato (Isaiah Todd, prospetto numero 13), ed è la naturale conseguenza degli sforzi di Adam Silver e Shareef Abdul-Rahim (commisioner della G-League) di rendere più accattivante il loro programma di recruiting, grazie ad un incremento del salary cap. Green sarà assegnato ad una squadra di sviluppo creata da zero (si parla di Sam Mitchell come allenatore) che giocherà una dozzina di amichevoli contro le squadre di G-League, e sarà composta da altri prospetti potenziali insieme ad alcuni veterani che aiuteranno lo sviluppo di questi giocatori.