Michael Jordan, il boss: le storie di Walker, Zeller, Kidd-Gilchrist

The Players Tribune, in occasione della pubblicazione di The Last Dance, ha raccolto e diviso le testimonianze sul numero 23 dei suoi contributori.
01.05.2020 18:29 di  Paolo Terrasi  Twitter:    vedi letture
Michael Jordan, il boss: le storie di Walker, Zeller, Kidd-Gilchrist

La testata online The Players' Tribune, da cinque anni e mezzo, raccoglie le storie degli atleti dal loro punto di vista. Iniziando col botto nel 2014 (Lebron James comunicò lì che sarebbe tornato a Cleveland), negli anni, quasi tutti gli atleti sembravano avere un aneddoto circa Michael Jordan. La testata quindi ha raccolto le testimonianze sul numero 23, dividendole per "temi": qui i "ritratti" di Jordan come "capo", nella veste di presidente degli Charlotte Hornets

Kemba Walker
"Mi chiamò, riconobbi subito la sua voce. Pensai subito "Dannazione è MIKE". E molto tranquillamente, molto calmo, mi disse: "Kemba, crediamo fermamente in te. Voglio che tu lo sappia. Crediamo in te e ci aspettiamo grandi cose." Non esagero nel dire che sentire quelle cose mi ha cambiato la vita. Michael Jordan mi ha cambiato la vita"

Cody Zeller
"Immaginavo sempre cosa avrei detto a Michael. Gli avrei detto "Sei il più grande di sempre", di come l'abbia visto sempre durante la mia vita. Per il Cody Zeller quattordicenne, era un sogno. E poi disse "Ok, ora passo il telefono a Rich...". Rimasi di sasso. Era lui in linea. Mi affrettai a ringraziarlo, o dire ok, non ricordo. Per un minuto avevo blaterato di robe al miglior giocatore di sempre e non avevo realizzato che era lui".

Michael Kidd-Gilchrist
"Sono un ragazzino di  diciotto anni, finito il liceo da un anno, e sono al telefono col miglior giocatore di sempre. E non semplicemente al telefono... MI HA CHIAMATO LUI! Michael Jordan! Il GOAT! Che chiama... me! "Voglio darti il benvenuto nella nostra città. Non vediamo l'ora di sostenerti in tutto. Charlotte ti accoglierà a braccia aperte."