NBA al via prima di Natale, ci siamo quasi: tutti i dettagli

Dopo il voto e la scelta della data da parte dei proprietari, è arrivata anche l’approvazione dei rappresentanti della NBPA: si riprende il 22 Dicembre
07.11.2020 18:10 di Paolo Terrasi Twitter:    vedi letture
NBA al via prima di Natale, ci siamo quasi: tutti i dettagli

Le discussioni erano serrate, con un Adam Silver che fino a pochi giorni fa aveva ammonito tutti ("sta finendo il tempo"), ma finalmente, il tanto atteso accordo sembra essere arrivato: si ritorna sui parquet NBA il 22 dicembre, salvando così non solo il Natale ma circa un miliardo di dollari - a rischio se la partenza della stagione fosse slittata troppo in avanti. Una regular season ridotta da 72 partite (salvaguardando così anche le Olimpiadi), con i training camp delle squadre pronti ad aprire dal prossimo 1 dicembre.

NBA e NBPA però continueranno a discutere ancora per stabilire tutte le altre date intermedie, a partire da quella di inizio della free agency: con il Draft fissato per il prossimo 18 novembre, si riducono al minimo i termini e i tempi per i giocatori di trovare un accordo contrattuale ed essere a disposizione della nuova franchigia per l’inizio degli allenamenti. “Restano da decidere e concordare ancora diversi dettagli e la NBPA è fiduciosa che le parti in causa arriveranno a un accordo riguardo le questioni pendenti relative alla prossima stagione”, si legge nel comunicato rilasciato dall’associazione giocatori. 

Tutto ruota adesso intorno al famigerato "escrow": una percentuale (si dice attorno al 18%) degli stipendi dei giocatori, da destinare per i prossimi due anni a un fondo che a fine anno verrebbe ridistribuito tra i proprietari per permetter loro di attenuare le perdite sostenute in questi mesi, e in quelli futuri per via della pandemia. Attualmente la percentuale degli stipendi dei giocatori destinata a tale fondo — già prevista dal contratto collettivo — è del 10%: se a fine anno il monte salari totale dei giocatori non raggiunge la percentuale (51%) del totale del business generato, quella somma viene redistribuita tra i giocatori stessi, ma ovviamente — con le perdite sostenute dalle squadre e dai proprietari per la chiusura delle arene e lo stop del campionato — il 18% accantonato verrà detratto dagli stipendi dei giocatori per essere attribuito ai proprietari, largamente sotto la percentuale del 49% dei ricavi totali che spetterebbe loro. 

Questo taglio vedrebbe stipendi importanti decisamente ridimensionati: Steph Curry vedrebbe "sparire" quasi 7 milioni e mezzo dal proprio stipendio 2020-21 (dai 43 milioni di dollari previsti a 35.3); perdita simile per LeBron James (-7, da 39.2 a 32.2); -6.2 il saldo negativo di un giocatore come Kawhi Leonard (da 34.4 a 28.2).