ULTIM'ORA Caso Blake, la NBA si ferma: boicottate le Gare 5 di oggi

Dopo l'ultimo episodio di violenza della polizia negli Stati Uniti, i Milwaukee Bucks hanno boicottato Gara 5, venendo imitati da tutte le altre squadre
26.08.2020 23:01 di  Paolo Terrasi  Twitter:    vedi letture
ULTIM'ORA Caso Blake, la NBA si ferma: boicottate le Gare 5 di oggi

Storica decisione nella NBA: i Milwaukee Bucks si sono rifiutati di scendere in campo per Gara 5 del primo turno dei playoff NBA contro gli Orlando Magic. Una decisione che è stata adottata anche dalle altre squadre in campo oggi (Oklahoma City Thunder - Houston Rockets e Los Angeles Lakers - Portland Trail Blazers), con la conseguente decisione della NBA di rinviare tutte le partite. 

La protesta, senza precedenti nella storia della lega, nasce in seguito al caso di Jacob Blake, ultima dimostrazione della violenza della polizia negli Stati Uniti, con il 29enne afro-americanocolpito alla schiena da sette colpi di arma da fuoco da parte di un poliziotto ed ora a rischio paralisi. L'atto è avvenuto a Kenosha, Wisconsin, a poche miglia di distanza dal Fiserv Forum, casa proprio dei Milwaukee Bucks. Il proprietario Alexander Lasry ha scritto le seguenti parole sul suo account Twitter: "Alcune cose sono più grandi della pallacanestro. La posizione presa oggi dai giocatori e dall'organizzazione dimostra che siamo stanchi. Quando è troppo è troppo. Ci devono essere dei cambiamenti. Sono incredibilmente orgoglioso dei nostri ragazzi e sosteniamo al 100% i nostri giocatori, pronti ad aiutare e a portare a un vero cambiamento".

Sempre su Twitter, i giocatori si sono divisi tra l'esternare una volta di più il loro disgusto per la situazione della violenza da parte delle forze dell'ordine e del razzismo negli Stati Uniti, e la solidarietà ai Bucks. Proprio George Hill :"Cosa possiamo fare? Non possiamo fare nulla. E anzi, mi chiedo cosa siamo venuti qui a fare, a essere onesti. Entrare nella bolla non ha fatto che distogliere l’attenzione da quelli che sono i veri temi su cui dovremo confrontarci. Ormai però siamo qui, quel che è fatto è fatto, e da qui non possiamo far nulla: di certo però, quando tutto questo sarà finito, bisognerà fare qualcosa. Il mondo deve cambiare, l’operato della polizia deve cambiare. Noi, come società, dobbiamo cambiare. Al momento non sta succedendo niente di tutto questo: giorno dopo giorno i morti aumentano, senza che nessuno ne paghi le conseguenze e senza che nessuno sia ritenuto responsabile. Questo è quello che deve cambiare”.

La domanda adesso è come si articolerà la protesta: i giocatori hanno ribadito l'importanza di usare la bolla di Orlando come una piattaforma e non voler spegnere le proteste che hanno incendiato l'America quest'anno, a partire dall'omicidio di George Floyd. I giocatori terranno una riunione nella notte italiana per decidere il da farsi, mentre i dirigenti NBA ed i proprietari sono stati colti di sorpresa, non aspettandosi una protesta così grande così presto. Siamo ad un potenziale punto di svolta storico nella lega e negli sport professionistici.