Verso il draft NBA: le 3 migliori ali piccole disponibili al primo giro

Le 3 migliori ali piccole disponibili al primo giro del prossimo draft della NBA.
21.06.2016 13:00 di  Luca Servadei  Twitter:    vedi letture
Ben Simmons
Ben Simmons
© foto di web

Il 23 giugno è in programma il draft della NBA e ormai non potete nemmeno più fingere di non saperlo. Quello del Barclays Center di Brooklyn sarà, di fatto, l'atto conclusivo della stagione 2015-2016 prima dell'inizio di una calda estate di free agency. Il draft è l'occasione più concreta per le squadre con il peggior record della Lega per provare a compensare, con una dantesca legge del contrappasso, mesi di sofferenze e sconfitte, a volte anche scientificamente programmate a tavolino.

La redazione di Basketissimo vi accompagnerà all'evento facendovi conoscere, 3 per giorno e per ruolo, i migliori prospetti che verrano scelti (con ogni probabilità) al primo giro. 

"With the first pick, in the 2016 NBA draft......"

ALI PICCOLE:

1. Ben Simmons - LSU: Ed anche quest'anno abbiamo il nostro 'Nuovo LeBron James'. Come dimostrano ultime Finals, ad onor del vero, il paragone con il Prescelto è improponibile per chiunque. E' innegabile, però, come Ben Simmons da Louisiana State University sia davvero un concentrato di talento in grado da trasformarsi in poco tempo in uno dei prossimi dominatori di questa lega. 19 anni, australiano,  208 cm, 19 punti, 12 rimbalzi e 5 assist di media al suo primo anno in NCAA, eppure, secondo molti addetti ai lavori la sua annata è stata al di sotto delle aspettative. Forse perché, dai tempi della Montverde Academic, lo scomodo soprannome, che ormai con troppa leggerezza si accosta ad ogni giovane talento sopra ai 2 metri, ha generato un hype mediatico attorno all'australiano che in pochi altri casi si era avvertito. Ciò che è certo è che Simmons sa palleggiare, passare, condurre la transizione, giocare in post basso, penetrare ed ha istinti felini per il rimbalzo anche grazie alla superba capacità di prendere posizione sotto alle plance. Anche in difesa sa essere un fattore con una più che discreta coordinazione ed agilità per un ragazzone di 208 cm. Come ogni essere umano, però, nemmeno la prossima prima scelta al draft è esente da critiche e la meccanica di tiro rivedibile, oltre al ristretto raggio, sono piccoli difettucci che dovranno necessariamente essere perfezionati per poter essere dominante anche al piano superiore. Con maggiore realismo, potremmo trovarci davanti ad un giocatore che ricorda il primo Scottie Pippen, comunque mica pizza e fichi. Se i Philadelphia 76ers dovessero farselo scappare, sarebbe l'ennesima scelta 'tafazziana'...

2. Brandon Ingram - Duke: E se Ben Simmons è 'The New LeBron James', allora Brandon Ingram non può che essere 'The New Kevin Durant'. Scherzi a parte, anche quest'anno il draft NBA è pronto a sfornare talenti da stropicciarsi gli occhi. Ingram, filiforme ala freshman da Duke, da poco 18enne, ha avuto una crescita esponenziale di partita in partita al punto da insidiare la prima posizione di Simmons su diversi taccuini di numerosi scout. Basta una rapida occhiata, anche non necessariamente in canottiera e pantaloncini, per capire che ci si trova davanti a qualcosa di veramente speciale: 206 cm per poco più di 90 kg con un'apertura alare mostruosa che supera i 220 cm: il perfetto prototipo del giocatore moderno. Se ci aggiungiamo che per un ragazzo della sua taglia è dotato di un ball handling sopra la media e di una dote da passatore da playmaker puro, allora potrete immaginare come si sia scatenata una vera e propria gara pur di riuscire ad aggiudicarsi il nativo di Kinston, North Carolina. Ma è al tiro dove Ingram si rivela una vera e propria arma letale: 38,5% dall'arco su 5 tentativi di media a gara, e un atletismo sopra la media che gli consentono di chiudere comodamente al ferro. Deve migliorare dal punto di vista fisico perchè patisce quando gli avversari sono più tosti e tendono a mettergli le mani addosso.

3. Denzel Valentine - Michigan State: Con tutta onestà, Denzel Valentine non è la terza miglior small forward del lotto e, a dire il vero, probabilmente non è nemmeno un'ala, ma la stella dei Michigan State Spartans merita una menzione speciale. Arrivato al college senza che attorno a lui ci fossero grandi aspettative, il numero 45 di MSU è stato autore di una carriera collegiale in crescendo, chiusa con un'ultima stagione da incorniciare: 19.2 punti, 7.5 rimbalzi e 7.8 assist. Se dovessimo continuare nel nostro stupido giochino, allora ci toccherebbe parlare di Valentine come del 'New Penny Hardaway', l'unico altro giocatore ad avere tenuto medie paragonabili. Si tratta di due giocatori profondamente diversi in realtà, soprattutto per quanto concerne l'aspetto difensivo. Nella metà campo d'attacco, infatti, lo Spartano è uno dei talenti più completi di tutta la classe del 2016 con una gamma di movimenti da realizzatore seriale ed una sorprendente capacità di lettura e di invenzione dal palleggio al punto di diventare nel corso della propria carriera il vero playmaker di Tom Izzo. Allora perché la sua scelta dovrebbe avvenire attorno alla posizione numero 20/25? Il motivo è presto detto: Valentine non è minimamente credibile come difensore e, cosa assai peggiore in ottica NBA, non ha un atletismo adeguato al selvaggio mondo del piano superiore.