Moretti: “Milano è un’opportunità che non potevo perdere”

Prime parole da giocatore biancorosso per l’azzurrino ex Texas Tech: “Farò del mio meglio per aiutare la squadra a vincere il più possibile”.
05.08.2020 21:16 di Ennio Terrasi Borghesan Twitter:    vedi letture
Moretti: “Milano è un’opportunità che non potevo perdere”

“Un progetto a lungo termine, noi lo aiuteremo a crescere e lui aiuterà noi”: così il general manager dell’Olimpia, Christos Stavropoulos presenta Davide Moretti, 22 anni, il più giovane giocatore del roster della nuova Olimpia, reduce da tre anni a Texas Tech dove ha giocato una finale NCAA. “Fin dal primo giorno ho captato quale sia il livello, alto, di questa organizzazione. Farò del mio meglio per aiutare questa squadra a vincere il più possibile”.

IL SALTO DAL COLLEGE – “Sarà una grande sfida, perché il torneo NCAA è diverso da lega italiana e EuroLeague. In Italia ho giocato ma avevo 16 anni e non ero un giocatore importante. Se il Coach lo riterrà giusto cercherò di farmi trovare pronto e adattarmi in fretta al livello diverso di fisicità che esiste. Ma mi preparerò per arrivarci bene fin  dall’inizio”.

MIGLIORAMENTI – “Devo migliorare in difesa, cercare di capire bene da playmaker come far girare la squadra nel momento giusto e nel modo giusto”

L’ADATTAMENTO – “Durante il mio percorso da Pistoia fino all’anno scorso ho sempre avuto un periodo di aggiustamento nelle nuove squadre. I primi mesi ho sempre avuto difficoltà, soprattutto per fisicità e ritmo. Poi quando ho capito come funziona sono riuscito a dare il massimo. E’ successo in tutte le mie esperienze passate ma spero di non dover aspettare sei o sette mesi e di riuscire ad adattarmi in pochi mesi. E’ soprattutto un fatto tecnico, perché gioco molto sulla solidità mentale che è la mia forza”.

COACH MESSINA – “Essere chiamato da un allenatore leggendario come Ettore Messina è stato motivo di orgoglio. Il rapporto sta nascendo, ma ho subito percepito il suo carisma ed è uno dei motivi che mi hanno spinto a sposare questo progetto”.

COSA DARE A MILANO – “Quello che posso portare è la voglia di vincere, di migliorare ogni giorno per aiutare la squadra dando sempre il 110%, allenamento o partita, per migliorare i miei compagni. Questa è la cosa più importante che posso usare della mia esperienza americana”.

IL RUOLO – “Sono a disposizione del Coach, siamo versatili, posso giocare playmaker e guardia, posso fare il tiratore, posso far giocare la squadra, sono le cose che so fare meglio. Qualunque cosa mi venga chiesto la farò”.

LA SFIDA AI PLAYMAKER DI EUROLEAGUE – “E’ stimolante. Ho giocato contro grandissime guardie, penso a Devonte Graham che ora è nella NBA, non ho paura, devo solo prepararmi e studiare il più possibile, migliorando giorno dopo giorno”.

LA SCELTA – “Venire qui dopo il college lo interpreto come un trampolino di lancio, un nuovo inizio. Avevo idee ben chiare, ma dopo tutto quello che è successo i piani sono cambiati. Ho riflettuto, ho ascoltato e ho cercato di capire quale fosse il passo giusto da compiere. Milano ho pensato fosse la mossa corretta, giocare sotto Coach Messina, con campioni come Rodriguez, Delaney, Cinciarini da cui imparare. E’ stata una scelta difficile perché a Texas Tech stavo benissimo ma avevo una opportunità che non potevo perdere”.

IL PADRE PAOLO – “E’ sempre stato sveglio la notte a guardare le partite, a darmi consigli. Il primo anno a Texas Tech è stato difficile, non parlavo bene l’inglese, ero solo, e lui era lì a dirmi la cosa giusta al momento giysto quando giocavo poco o male. Abbiamo un rapporto speciale. Il fatto che sia stato un grande campione è stimolante, voglio provare ad essere migliore di lui”.