La Virtus Bologna e la stagione del rilancio: tornare in alto si può?

Tante sconfitte contro le squadre da playoff, una resa netta ai quarti delle Final Eight e l’accesso ai Playoff mancato all’ultima giornata. La Virtus Bologna si presentava, all’inizio della stagione del ritorno in Serie A dopo l’anno di purgatorio in A2, con grandi ambizioni dopo un mercato che aveva portato sotto le Due Torri nazionali azzurri come Aradori e i fratelli Gentile e giocatori di indubbio valore internazionale come Marcus Slaughter e Oliver Lafayette.
Per rilanciarsi, le Vu Nere hanno deciso di fare una rivoluzione: soltanto quattro conferme rispetto alla scorsa stagione (Aradori, i giovani Pajola e Berti, e Baldi Rossi, arrivato da Trento a stagione in corso) e tantissimi nuovi arrivi, magari meno “di grido” ma di ottima prospettiva.
Taylor e Punter provengono da quella Champions League che disputerà anche la Virtus nella prossima stagione, quella del ritorno in Europa dopo 10 anni; Brian Qvale ha giocato la finale di Eurocup col Lokomotiv Kuban mentre Kravic è un’ottima aggiunta per la panchina. Inoltre ci sono due giocatori esperti di campionato italiano come il campione d’Italia in carica M’Baye e l’ex Agrigento e Cremona Kelvin Martin. In aggiunta, la firma di David Cournooh a sostituire Stefano Gentile, con il roster che è completato dal lungodegente Cappelletti.
Le prospettive per far bene ci sono tutte, anche considerando l’arrivo in panchina di Stefano Sacripanti, che dopo tre stagioni e tanti piazzamenti con Avellino approda in un’altra big del nostro campionato. Per i felsinei la parola d’ordine sarà umiltà: avere il giusto atteggiamento sin dal primo giorno di preparazione (la squadra si è radunata ieri, con il bagno di folla con i tifosi) sarà fondamentale, per tornare a quei livelli che alla Virtus Bologna competono per potenzialità e blasone storico.