L'Italia è il materasso d'Europa e le squadre non riescono a competere

In questa stagione le campagne europee italiane si stanno rivelando un vero e proprio disastro.
14.11.2015 18:22 di  Simone Mazzola  Twitter:    vedi letture
L'Italia è il materasso d'Europa e le squadre non riescono a competere
© foto di Massimiliano Vitez/Ag. Aldo Live

E’ stata una settimana nera per le squadre italiane, con quattro sconfitte in Eurocup e due in Eurolega. Purtroppo, se facciamo eccezione per la prima, dove Reggio Emilia e Trento si sono tolte qualche soddisfazione, la situazione continentale è davvero drammatica.

Spesso i risultati europei sono la cartina al tornasole dello stato di salute d’un campionato ed è facilmente deducibile la conclusione che il nostro basket stia scivolando inesorabilmente verso il fondo dell’Europa.
Bisogna fare un’obiettiva analisi di coscienza e non nascondersi dietro a tanto fantomatici quanto sottili dita. In campo vanno i giocatori che possono essere messi in condizione di far bene, al netto del loro talento, solo da società sane che lavorano per utilizzare i loro tesserati come risorse e non come tappabuchi di una stagione o ancor peggio di sei mesi. Tutto questo non è più prerogativa del nostro basket, perché anche le squadre di vertice come Milano e Sassari sono obbligate (vogliono?) cambiare pelle radicalmente ogni stagione e questo non permette la crescita nel tempo e soprattutto la creazione di una mentalità vincente all’interno dell’organizzazione. E’ vero che l’Olympiacos ha giocatori d’altissimo livello come Spanoulis e Printezis, ma con la programmazione e la forza di credere nel proprio sistema ne ha creati d’altissimo livello come Sloukas o Mantzaris ed è pronta a produrne altri con Agravanis e Papapetrou. Questo in Italia non succede perché si vive alla giornata pensando all’ “adesso” in luogo del “domani”. Abbiamo avuto la conferma più chiara nella partita di Sassari, dove Nicolò Melli ha prodotto una prestazione da MVP di giornata in Eurolega. Il Bamberg è l’esempio europeo di programmazione, lavoro e valorizzazione dei propri giocatori (con interpreti adatti come Trinchieri), infatti si sta ritagliando uno spazio sempre più importante in Europa. Milano, invece, che avrebbe disponibilità mediatiche e di denaro ben superiori, è davanti all’ennesimo fallimento, così come Sassari che dopo la straripante stagione passata ha smantellato non riuscendo a ricostruire un gruppo comparabile, nonostante anche quella squadra avesse fatto incredibile fatica da esordiente.

La realtà dei fatti è che il nostro campionato e di conseguenza le nostre squadre, non mandano in campo giocatori, progetti e solidità adeguate per poter competere in un contesto europeo che annovera sì grandi budget e faraoniche campagne acquisti nelle russe, spagnole e turche, ma anche forze nuove che stanno crescendo. Se è vero che la crisi aguzza l’ingegno e che senza disponibilità economiche bisogna lavorare di più e molto meglio dei concorrenti, questo è il momento per noi di gettare le basi per il ritorno ad alti livelli. Pensare che si possa fare in un anno sarebbe utopistico, ma il partire dalle basi è quantomai fondamentale ed è l’unico modo per creare una solida realtà e non un’effimera casualità.