Bledsoe e l’esonero lampo di Watson: che caos a Phoenix!

Nominato coach ad interim l'assistente Jay Triano, c’é ora la grana del play: tweet criptico in cui allude a un malessere e a una voglia di cambiamento.
23.10.2017 19:01 di  Ennio Terrasi Borghesan  Twitter:    vedi letture
Bledsoe e l’esonero lampo di Watson: che caos a Phoenix!
© foto di Twitter Suns

Dopo la peggiore partenza della storia NBA -mai una squadra aveva perso due partite con almeno 40 punti di scarto nelle prime tre stagionali, e dal 1990 nessuno aveva subito così tanti punti nelle prime tre- la dirigenza dei Phoenix Suns ha deciso di cambiare rotta licenziando l’allenatore Earl Watson, la prima panchina a saltare in NBA dal maggio 2016, e affidando la squadra -ad interim- all’assistente Jay Triano, già coach dei Toronto Raptors e attualmente allenatore della nazionale canadese.

Vittima dell’esonero più rapido della storia della lega, Watson chiude la sua prima esperienza da allenatore NBA -fu nominato nel febbraio 2016 in sostituzione di Jeff Hornacek, oggi ai Knicks- con un record, su tre stagioni, di 33 vittorie e 85 sconfitte, in un anno e mezzo che per i Suns è stato segnato da decisamente più ombre che luci.

Come riporta Adrian Wojnarowski di ESPN, i Suns hanno terminato il proprio rapporto anche con tre assistenti di Watson, tra cui il turco ex Jazz Mehmet Okur, ma è ancora poco chiaro se Phoenix deciderà di affidarsi a Triano almeno fino alla fine della stagione.

Stagione iniziata malissimo non solo in campo, con i già citati pessimi risultati, ma anche fuori: proprio nella serata italiana di ieri, prima dell’annuncio del licenziamento del suo allenatore, la star dei Suns Eric Bledsoe aveva condiviso, su Twitter, un pensiero che lascia decisamente poco spazio all’immaginazione (I dont wanna be here, non voglio stare qui), condividendo un malessere che nelle stanze dei bottoni NBA circola da già qualche tempo, visto che pare Bledsoe aver spesso chiesto la cessione negli ultimi tempi. E pare che qualcosa si stia muovendo, visto che Marc Stein del New York Times ha riportato, nella prima serata italiana, le voci di un interessamento dei Bucks per Bledsoe, che non giocherà nella notte contro i Kings.

È difficile, a questo punto, intravedere qualche raggio di luce sulle prospettive stagionali di Phoenix, che ha iniziato il 2017-18 come peggio non poteva. Considerando il nucleo giovane della squadra con esempi come Devin Booker atteso alla stagione della consacrazione, o giovanissimi come Chriss, Ulis, Bender e il rookie Josh Jackson, forse sarebbe meglio cercare di imbastire una trade conveniente per Bledsoe, pur tenendo conto che uscite come quella di ieri ne mettono a rischio il valore di mercato (al momento della scrittura di questo pezzo, il tweet non è ancora stato cancellato o commentato pubblicamente dalla franchigia), e puntare ad una scelta alta al Draft del prossimo giugno, l’ultimo prima della modifica alle regole della Lottery che, verosimilmente, scoraggeranno il tanking selvaggio, e ricco -potenzialmente- di giocatori dall’enorme potenziale.

Phoenix non ha una scelta in top 3 dal lontano 1987 (e anche allora non andò benissimo, con Armen Gilliam che venne preferito a Hall of Fame come Scottie Pippen e Reggie Miller o All Star come Kevin Johnson e Horace Grant), e negli ultimi anni ha alternato buone scelte (Booker, ma anche Morris o Warren) ad altre meno buone (ad esempio Alex Len, preferito a lunghi come Noel, Adams e Olynyk dal rendimento ben più affidabile, per non scendere fino a Rudy Gobert andato alla 27), potrebbe essere l’anno giusto per invertire la rotta e provare a ricostruire un nucleo interessante per dare nuova linfa ad una franchigia assoluta protagonista della Lega non più tardi della seconda metà dello scorso decennio.