Bryant saluta l'NBA con 60 punti e un'infinità di emozioni

L'ultima partita della carriera di Kobe Bryant è il manifesto migliore per uno dei più grandi della storia.
14.04.2016 07:57 di  Simone Mazzola  Twitter:    vedi letture
Bryant saluta l'NBA con 60 punti e un'infinità di emozioni

L'ultima partita di Kobe Bryant è il manifesto di una carriera vissuta sempre al massimo, oltre ogni limite umano, relazionale e tecnico.
Che potesse produrre una buona prestazione era preventivabile, che potesse tirare tanto anche, ma che ne potesse mettere SESSANTA...beh era arduo anche per i più accaniti fan.
I punti e i tiri sono tantissimi, ma fuori dal coro c'è un'azione che più di tutte fa capire cosa è stato e cosa sarà Kobe Bryant per il mondo del basket: quattro minuti dalla fine, un notevole bottino di punti e i suoi in difficoltà in una partita che non ha il minimo senso agonistico. Parte verso sinistra, si arresta, tira e prende il palo aprendo il contropiede avversario. Tornando in difesa s'imbizzarrisce con se stesso per la brutta scelta e decide così di dominare il finale portando i suoi alla vittoria con tutti i canestri decisivi. Il suo spirito competitivo fuoriesce prepotente qui, dopo lo 0-5 iniziale che sembra essere il preludio a una partita difficile e in mille altri momenti solo in questa partita, figuriamoci in vent'anni di carriera.

Domanda: Kobe, metti nella giusta prospettiva tutti i tuoi cinque titoli.
"Avrei potuto vincerne sette se avessi battuto i Pistons e i Celtics".

Questo è Kobe Bryant, artefice di un degno show che ha chiuso una mirabile carriera nel modo più Bryantesco possibile. "Lui non ha mai voluto degli amici -ha detto Gary Vitti- voleva solo qualcuno che lo aiutasse a vincere dei titoli. Se capiva che tu potessi essergli utile per quel fine allora andavi bene, altrimenti potevi andare a giocare da un'altra parte".
Se consideriamo che con questo atteggiamento ha mosso milioni di cuoi in questa e nelle altre diciannove stagioni giocate, capiamo quanto la sua eccellenza abbia svalicato anche i limiti posti dai migliori del gioco.
"Wow, come sono passati in fretta questi vent'anni -ha detto Kobe a fine partita- Sono orgoglioso di aver fatto parte di questa gente, di questo basket e anche quando abbiamo perso lo abbiamo fatto nel modo giusto.
Mi hanno accusato di non passare la palla per tutta la carriera. Stasera potevo farlo e non l'ho passata
(ride ndr).
Rimarrete sempre nel mio cuore. Ora sono davvero sicuro, è tutto finito".


Guardare questa partita sin dall'avvicinamento con le tonnellate di video girati in rete, le interviste, le gesta sportive di colui che è stato un esempio per tutti gli amanti del basket ha suscitato diverse emozioni, ma personalmente non c'è nulla che possa essere paragonato al momento dolce-amaro di quando suona la sirena e sai che è tutto finito. E' difficile descrivere dal divano di casa un'emozione così forte che non ti riguarda direttamente, ma che senti sulla tua pelle sin da quando ti svegliavi alle 3 di notte durante le prime finali da studente per vedere Bryant cominciare a dominare l'NBA. Quelle sveglie si sono moltiplicate a dismisura in questi vent'anni di NBA e c'è sempre stato un comune denominatore: lui. Anche se qualche volta ha infranto dei sogni come quello dei Sixers 2001 oppure distrutto il titolo che avrebbero potuto vincere con i Fab four, lui era con me in quelle notti.
Alla sirena tutto questo svanisce. E' vero che rimangono i Kevin Durant, gli Steph Curry o un nuovo surrogato di Kobe Bryant che deve ancora nascere, ma lui aveva detto sin dall'inizio di non voler essere un nuovo Michael Jordan, ma semplicemente Kobe Bryant. Così è stato e nessuno potrà mai nemmeno sognarsi di poter essere il nuovo Mamba, perchè l'unico e inimitabile si è ritirato proprio oggi, facendolo a suo modo e con il suo passo, riempiendo il cuore di chiunque abbia voluto ammirarlo per l'ultima volta.

Grazie Kobe, ci hai dato tutto.
Mamba out.


Nel resto delle partite della notte gli Houston Rockets conquistano l'ottavo posto playoffs con la vittoria per 116-81 sui Sacramento Kings, estromettendo i Jazz ancora prima dell'inizio del loro match, mentre i Miami Heat conquistano la terza piazza a Est in un'incredibile gruppo con quattro squadre a parimerito che vede dopo di loro Hawks, Celtics e Hornets.
La griglia dei playoffs è pronta, mentre i Golden State Warriors vincono contro i Memphis Grizzlies e compiono il miracolo sportivo battendo il record di vittorie in regular season, ma a raccontarci la serata della Oracle Arena c'è il nostro Sergio.

IL TABELLONE DEI PLAYOFF ED IL PROGRAMMA DEL PRIMO TURNO