Come Steph Curry ha risolto i suoi problemi alle caviglie

Dopo aver avuto infiniti problemi con le articolazioni, Steph ha trovato il modo di mettere la parola fine al capitolo infortuni
28.11.2014 13:14 di  Simone Mazzola  Twitter:    vedi letture
Come Steph Curry ha risolto i suoi problemi alle caviglie
© foto di Yang Lei /AGENZIA ALDO LIVERANI

Ora sono tutti saldamente sul carro di Steph Curry che al momento è insindacabilmente il giocatore offensivo più elettrizzante della lega, nonchè il vero candidato all'MVP di questo inizio di stagione. Qualche anno fa gli scettici erano molti di più perchè quando i Warriors si sono presi il rischio di allungargli un quadriennale da 44 milioni di dollari erano momenti duri per lui. Aveva una disarmante costanza nell'infortunarsi alle caviglie e dopo due operazioni ancora non si era arrivati ad una soluzione. Quello che preoccupava maggiormente era l'apparente assenza di cause strutturali per il quale soffrisse così cronicamente di distorsioni anche gravi.
In questi giorni è proprio Steph nella prima puntata della serie "Kickin it" a raccontare il motivo per cui le sue caviglie sono magicamente rinate non soffrendo più di alcun tipo di problema.
Tutto è merito di due tutori della ditta Zamst che ricoprono dalla caviglia sino alla bassa tibia del giocatore dandogli un'incredibile stabilità e prevenendo la possibilità di torsioni. Praticamente nessuno aveva mai notato questo aspetto perchè la società ha prodotto diversi tipi di tutore con diversi colori di modo che si fondesse con il colore delle calze usate da Steph in casa o trasferta e mascherasse così il segreto. Gli innumerevoli tipi di scarpe usate dal giocatore (ben 13 l'anno scorso) hanno indotto la società ad ingegnarsi ma essendo calzature molto alte e protettive, spesso erano coperte senza fuoriuscire.
Dal momento in cui ha iniziato a usare questo oggetto all'avanguardia dell'ortopedia è potuto diventare il giocatore devastante ed incredibile che vediamo oggi, senza più incappare in alcun tipo d'infortunio.

In questa prima puntata della serie con il suo amico Christopher Strachan ha parlato di questo e anche delle sue fascette prodotte dalla Active Aith che usa ai polsi con la frase "in Jesus name i play" che condivide con altri grandi giocatori della lega quali Channing Frye, Jeremy Lin e Anthony Tolliver. Infine ha chiuso con una curiosità particolare riguardo alla celebrazione di un canestro. Come ormai sanno tutti si batte il petto due volte e indica il cielo ad ogni canestro realizzato.
Il rituale risale al suo anno da sophomore in cui ha cominciato a fare questo gesto su ispirazione della mamma quando la folla lo acclamava o esultava dopo i suoi canestri. Da quel momento è diventato il suo marchio di fabbrica e si è detto divertito dal fatto di averlo ritrovato anche giocando a NBA 2k15.

E' la dimostrazione che dietro ogni grande campione e personalità NBA ci sono miriadi di storie e situazioni che ogni tanto fanno svoltare la carriera o ne raccontano i segreti