Inseguendo il sogno americano: alla scoperta del mondo NBDL

Un nostalgico richiamo alle origini del basket americano, con la speranza di salire al piano di sopra
11.01.2017 18:48 di  Domenico Landolfo   vedi letture
Inseguendo il sogno americano: alla scoperta del mondo NBDL
© foto di Twitter Spurs

Quando si parla di sogno americano, specie con riguardo al mondo della pallacanestro, il richiamo al mondo Nba e Ncaa è facile, doveroso e a tratti persino mistico. Il talento si disperde un po’ ovunque nel mondo, non sempre gli scout americani se ne accorgono, o spesso non c’è il tempo per aspettarlo. Di quelli che ci provano, sono pochissimi coloro che han avuto anche solo un gettone di presenza Nba, ma se un paese come l’Islanda può annoverare un Jon Stefansson almeno nel roster dei Dallas Mavericks, questo è il chiaro segnale che le porte del paradiso sono aperte a chi sa dimostrare il talento.
Eppure in tanti non ci riescono, c’è chi scegli i soldi, tanti, dalla Cina, chi prova a costruire una carriera in Europa, chi prova a congelare le sue possibilità di essere chiamato nella lega di Adam Silver, andare altrove, costruirsi un pedigree e poi riprovarci. Spesso pensando alla Nbdl si pensa alla canonica lega minore in cui gioca il galoppino del proprietario, il raccomandato, il talentuoso eclettico munito di egoismo, oppure dove gli attaccanti tirano, segnano e come sempre, la confusione domina. Non si sbaglierebbe, ma c’è altro.

La Nbdl è un nostalgico richiamo alle origini del basket americano, quello degli anni 70, della Aba, in cui si fonde un grande spirito di vicinanza alle squadre con la concreta possibilità di un salto al piano di sopra viste le affiliazioni con i top team Nba, ma anche e soprattutto la seconda chance per chi pareva aver bruciato le sue carte con un talento troppo acerbo. Sotto gli occhi, magari solo di una trasferta aerea, di coach Popovich e di un attento Manu Ginobili, gli Austin Spurs sono un esempio di come si possa arrivare a giocare in canotta Spurs. Garino è un argentino che vuole ripercorrere le tappe del #20 da Bahia Blanca, Murray ha fisico e talento e per trovare continuità ha bisogno di giocare, persino l’ “italiano” Ryan Arcidiacono, ancora in fase di apprendistato, è spesso sotto un occhio più vigile di quel che si direbbe da parte di Ettore Messina. Solo giovani? Anche no… Si alternano giocatori Former Nba come Reggie Williams, che giocava a Sacramento, o il vecchio Damien Wilikins, che ancora la imbuca dai tempi degli ultimi Sonics, o Kendall Marshall, esploso ai Lakers derelitti, imploso a Milwaukee e ora in rampa di lancio.  Potrebbe continuare la lista dei veterani, ma sono tante le storie da raccontare, ma se volete talento e pazzia vi si consiglia i 905 Raptors, che con Caboclo e Tavares, che spostavano e non poco in Europa, sono primi nella loro conference e fanno letteralmente ammattire le difese avversarie.

Anche tanti piccoli pezzi di Italia, gente che dalle nostre parti era quasi una star e che qui ha ruoli più o meno importanti. Da Gary Neal a Will Bynum, per citare due che la Nba l’hanno giocata, passando per Von Wafer, James Southerland, Cartier Martin, Brandon Triche, Dionte Christmas, ma anche e soprattutto Brady Heislip, che nell’ultima notte mette 25 punti in 23 minuti con 5/6 dall’arco (unico errore dal campo del canaedese) e guida i già citati Raptors ad una bella vittoria. Magari è solo divertimento, magai è qualcosa di più, sta di fatto che la passione resta, e sono squadre come queste che ancora sanno farci emozionare.