Jae Crowder, l'emblema della fantastica stagione dei Boston Celtics

Stevens e i suoi stanno giocando un basket notevole ed efficace. Cominciano a far paura anche alle big.
03.03.2016 17:04 di Simone Mazzola Twitter:    vedi letture
Jae Crowder, l'emblema della fantastica stagione dei Boston Celtics
© foto di Twitter

All’inizio della stagione si pensava che i Celtics avrebbero fatto fatica a raggiungere i playoffs, anche se le speranze sul nuovo acquisto David Lee erano tante. A una ventina di partite dal termine della regular season tutto questo è stato sconfessato con la squadra in piena lotta per il terzo posto a Est e Lee miseramente tagliato a metà stagione in un esperimento mai decollato.
La mancanza di un All Star aveva fatto storcere qualche naso, ma a questo ruolo si è eretto Isaiah Thomas che sta giocando una stagione a dir poco incredibile per cifre, ma soprattutto per impatto sulla squadra.
L’unica vera stella a disposizione dei Celtics siede in panchina ed era Brad Stevens, infatti il capolavoro di questa stagione è gran parte da imputare a lui.

Ha creato una squadra bella da vedere, efficace e che gioca un basket moderno entrando nel vivo dell’azione offensiva molto presto (terzo pace factor in assoluto), ma soprattutto avendo un defensive rating  di 102.4 (quarti in assoluto) e un offensive di 106.6 (decima posizione) che porta a 106 punti segnati a partita.
La grande capacità di Stevens è stata quella di creare un sistema di gioco efficace in base al personale a disposizione e soprattutto rendendo un cosidetto “glue guy” la chiave del successo. Come scritto da Shane Battier su Playerstribune i “glue guy” sono quelli che non hanno paura di sbucciarsi le ginocchia e di fare il lavoro sporco in nome di una vittoria e in questo “Who’s your daddy” è stato uno dei migliori.
Proprio lui ha definito Jae Crowder l’incarnazione del glue guy contemporaneo, in grado di fare tante cose utili sul campo. Non ci si aspetterebbe che un giocatore così sia il quarto nella lega per numero di canestri del sorpasso o del pareggio nei secondi finali. I suoi cinque centri sono secondi solo ai sei di Durant, Hayward ed Ellis, ma se ne facciamo un fatto di percentuale il suo irreale 83.3% è inarrivabile.

Nei finali di partita con un distacco di un possesso tira con il 77.8% dal campo e ha prodotto canestri vincenti contro i Sixers (rubata e appoggio) e i Wizards con un post up e la tripla contro i Jazz poi sigillata dalla sontuosa stoppata di Bradley su Hayward.
Il suo Real Plus/Minus è quinto nella lega per quanto riguarda le ali dietro a James, Durant, George e Leonard.
A inquadrare perfettamente la situazione è coach Stevens: “Non credo sia migliorato particolarmente, le cose che fa ora le faceva anche prima, solamente che adesso ha più opportunità per compierle. Nell’NBA spesso è una questione di opportunità”.
Ora non è più un giocatore spot up da rotazione come lo era in Texas, è un titolare richiesto di un contributo fattivo e lo sta dando con enorme costanza ed efficacia, dimostrando che la classe operaia con idee precise come quella dei biancoverdi può davvero arrivare in paradiso.