Le maglie più vendute? Facili i primi nove, ma alla dieci...

Per ogni italiano appassionato di pallacanestro andare negli Stati Uniti equivale ad entrare nel pasese dei balocchi e non volerci più uscire.
La classica frase del cestista che varca l’oceano è: “Vado con la valigia vuota e la riempio là”, cosa che puntualmente accade.
Non più tardi di qualche sera fa, al tavolo con amici, ho rimembrato i momenti in cui questa fortuna è toccata a me, invidiando anche un po’ chi è andato nel boom del cambio favorevole e non solo è tornato con la valigia piena, ma ne ha pure comprata una in loco per stivare la merce.
L’NBA è sempre stata maestra nel vendere anche la cosa più banale riguardante la sua lega, ma farlo in modo talmente bello e convincente, da far spendere migliaia di dollari per cose apparentemente inutili.
Le magliette con nome del giocatore sono ovviamente le cose più diffuse e tutti vogliono andare al campetto portandosi dietro un pezzo del proprio giocatore preferito.
E’ stata stilata nella giornata di ieri dal sito fantastic.com la lista delle dieci canotte più vendute dalla notte del draft a oggi.
Alcuni nomi (diciamo pure quasi tutti) sono quelli che ti aspetteresti, ma in fondo alla classifica c’è la sorpresa.
In quest’ordine dalla maglietta più venduta in giù ci sono: LeBron James, Stephen Curry, Kevin Durant, Kyrie Irving, Derrick Rose, Dwyane Wade, Kobe Bryant, Tim Duncan e Russell Westbrook.
Per l’ultima posizione c’è una nuova leva, ovvero la prima scelta assoluta Ben Simmons che entra a far parte dei big di questa lega perlomeno dal punto di vista del merchandising oltre che delle aspettative.
Il sito Philly.com ha riferito che negli ultimi due mesi la sua maglia è stata la più acquistata, non solo per quanto riguarda i Sixers, ma addirittura per l’intero parco di squadre della città, battendo quella di Wentz degli Eagles e tante altre.
Sembra quasi folle che un giocatore, seppur dall’indubbio pedigree, che non ha giocato nemmeno un minuto nella lega possa essere già così popolare e ricercato a livello di merchandiosing per finire nella stessa frase di James, Durant e Curry.
Ma noi lo avevamo detto all’inizio e non vale solo per gli europei. Nel merchandising: “Americans do it better”