Pagelloni Free agency, Vol 7: tre sfumature di tanking: OKC, MEM, NOP

A mercato concluso, vediamo e votiamo le mosse di vincitori e vinti dell’ultimo mercato: parliamo di chi non punta a vincere il prossimo anno
19.07.2019 18:27 di Paolo Terrasi Twitter:    vedi letture
Pagelloni Free agency, Vol 7: tre sfumature di tanking: OKC, MEM, NOP

L'estate entra nel vivo, e cominciano ad andare in vacanza anche i GM delle squadre NBA, dopo il mercato più convulso della storia recente della lega. Tantissimi giocatori hanno cambiato casacca, tante stelle hanno spostato i loro talenti altrove, e conseguentemente, modificato i rapporti di forza ed il panorama della lega. Dopo i vincitori, i soddisfatti, chi è atterrato in piedi, e chi invece prova a smuovere le acque ma probabilmente non abbastanza, si passa a chi da questa estate esce con un obiettivo completamente diverso: quello di ricostruire. 

Oklahoma City, i primi quattro giorni di Free Agency, era destinata ad un tranquillo anonimato, dopo tre estati consecutive nell'occhio del ciclone. Dopo il "dramma" Durant, e le riconferme di Westbrook George, Sam Presti era tranquillamente orientato verso operazioni minori, come la riconferma di Nerlens Noel e Trey Burke. Poi, Kawhi Leonard ha chiamato Paul George, ed il resto è storia. Una richiesta di cessione, unita a tre annate deludenti, ha spinto i Thunder a dirigersi verso la ricostruzione, finanziata dalle scelte future dei Clippers, degli Heat e dei Rockets. Il roster attuale è da "purgatorio", con l'ottavo posto difficile ma non impossibile, la situazione potrebbe radicalmente cambiare il 15 Dicembre, quando tutti i Free Agent firmati in questi giorni saranno liberi di essere scambiati, e Chris Paul potrebbe essere spedito, insieme a Steven Adams ed al nostro Danilo Gallinari, altrove. La situazione è dura, e lo sarà per molti anni, ma se c'è un GM in grado di affrontare al meglio questa situazione, è proprio Presti. 

I New Orleans Pelicans sono invece giunti ad un'altra fase di ricostruzione: hanno dalla loro un veterano All Star Borderline, un fenomeno annunciato, una serie di giocatori molto interessanti (tra cui il nostro Niccolò Melli), ed un futuro pieno di scelte al draft non proprie, stavolta provenienti dai Lakers. Della restaurazione portata avanti da David Griffin si è già ampiamente discusso, ed in Lousiana devono solo far maturare e raccogliere i frutti derivati dall'addio di Anthony Davis. Anche qui, la dimostrazione di come l'addio di una superstar non è per forza una maledizione. Servirà tempo, ma il titolo di League Pass Team è saldamente nelle mani di Gentry e soci. 

Infine, chi è in ricostruzione già da tempo sono i Memphis Grizzlies, passati ad una diversa fase. Dopo essersi assicurati via draft due giocatori intriganti come Ja Morant e Jaren Jackson Jr, Memphis ha strutturato il suo roster sulla flessibilità salariale. Avendo tempo per crescere i suoi giovani, e lontana da qualsivoglia impellenza di vittoria, i Grizzlies continuano ad accumulare asset vari, ricevendoli come pagamento per il disturbo di riciclare ed assorbire diversi esuberi. Tra questi, arrivano anche esuberi importanti, come Andre Iguodala, che a sua volta può essere tramutato in altri assets da parte di squadre in cerca dell'esperienza del numero 9.