Rising star: Murray MVP, il resto del mondo batte gli USA

Il venerdì dell’All Star Game non ha mai regalato grandissimi momenti da ricordare anche perché è sempre più diventato una gara delle schiacciate in movimento più che una partita vera, ma contrariamente alle abitudini, questa volta si è anche tirato moltissimo e segnato dal perimetro.

Il team del resto del mondo ha battuto quello made in USA con il solito risultato d’altri tempi 150-141 e Jamal Murray dei Denver Nuggets è stato incoronato MVP della competizione con 34 punti, nove triple a segno e 11 assists all’attivo.
Praticamente la metà delle triple di squadra segnate arrivano da lui, ma il totale delle tirate è un fantasmagorico 51, che se sommate alle 44 del team USA in cui Kaminsky domina con nove a bersaglio, fanno uscire un numero totale da three point shootout.
Joel Embiid, nonostante l’assenza dal campo per i problemi fisici, ha seguito la partita dalla panchina e ha deliziato il pubblico con alcuni tweet che gli hanno garantito un grade di A+ nelle valutazioni della serata.
Il padrone di casa Buddy Hield ha dimostrato quanto possa essere efficace e di quanto talento disponga, sparando ben 22 tiri e chiudendo con 28 punti, mentre Kristaps Porzingis si è fermato a quota 24 con 10 rimbalzi. Non si può dimenticare nemmeno Nikola Jokic che anche in questa partita ha messo a segno cifre da tripla doppia con 12 punti, 11 rimbalzi e 8 assists.

Nella squadra dei “padroni di casa” l’MVP sarebbe andato a Frank the tank Kaminsky che con le sue 9 triple ha fatturato ben 33 punti, team high, mentre Towns ha comunque dato spettacolo con 24, assieme a un Simmons che ne ha messi sì 19, ma alcune con schiacciate di elevatissima fattura che potevano valergli il trofeo dello slam dunk contest di questa notte.
Si ferma a 17 Devin Booker, mentre Russell rimane a 12 in una partita sempre molto votata allo spettacolo e poco alla sostanza.