L’Olimpia supera la prova derby, in una volata con l’incognita Theodore

I biancorossi proseguono il momento positivo, mentre il play è stato nuovamente escluso
17.04.2018 11:26 di Fabio Cavagnera Twitter:    vedi letture
L’Olimpia supera la prova derby, in una volata con l’incognita Theodore
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© foto di Alessia Doniselli

L’Olimpia Milano ha superato anche la prova del nove, la più difficile, nella gara più attesa, quel derby per riscattare la brutta figura in Coppa Italia, in un palazzo infuocato. Una vera e propria anticipazione dei playoff, in cui (finalmente) la squadra di Pianigiani è riuscita a dare una prova di forza in una gara in cui la vittoria era obbligata, non solo (o non tanto) per la classifica, ma per i motivi appena descritti. Ed il +5 finale poteva essere sicuramente più largo, se i biancorossi non avessero alzato troppo presto le mani dal manubrio, dopo aver dominato per larghi tratti del match.

Questa è la nota negativa da eliminare, pensando alla volata scudetto, dove avversarie più attrezzate di Cantù potrebbero far pagare un ‘relax anticipato’ ad un prezzo un po’ più salato, che non il semplice brivido finale. Ma sono state sicuramente superiori le note positive, per un’EA7 sempre più conscia dei propri mezzi e capace di imporre la sua superiorità, con protagonisti diversi (questa volta è stato principalmente Goudelock, come era già accaduto all’andata). Con un denominatore comune: Andrea Cinciarini. Ne avevamo già parlato settimana scorsa, ma è impossibile non citare nuovamente il capitano, capace di dare quell’equilibrio prima sconosciuto ai biancorossi.

Proprio questa leadership porta ad una domanda: e Jordan Theodore? Il play è recuperato, si sta allenando regolarmente, ma Pianigiani sta avendo moltissima prudenza nel riproporlo nel gruppo, anche probabilmente a causa dei problemi fisici di Micov (ed anche di Pascolo nel derby), non potendo così escludere altri stranieri nel turnover tra i lunghi. Il rientro dell’americano è l’incognita principale di questo finale di campionato dell’Olimpia: da una parte c’è la necessità di rimetterlo in campo (è il play titolare) dall’altra quella di non rompere gli equilibri così faticosamente trovati.