Perchè Gentile rimane un diamante per l'Italia e per l'Olimpia

Il percorso per diventare un campione è lastricato di difficoltà, ma Alessandro Gentile ha la forza per reagire in ogni occasione.
17.09.2015 14:00 di  Simone Mazzola  Twitter:    vedi letture
Perchè Gentile rimane un diamante per l'Italia e per l'Olimpia
© foto di Facebook FIP

E’ un giorno duro per l’Italia del basket, perché dopo una cocente eliminazione come quella di ieri sera c’è da proseguire e conquistare l’obiettivo minimo del preolimpico.
Dopo aver letteralmente dominato la partita di ottavi di finale contro Israele, ieri Alessandro Gentile è incappato in una partita molto complicata che lo ha esposto a critiche piuttosto severe (forse troppo).

Purtroppo un giocatore della sua forza e del suo talento è obbligato ad alzare sempre più l’asticella del proprio rendimento e quando lo fa in positivo, come in questi europei contro Israele ma non solo, si tende a gridare al “fenomeno”, mentre quando stecca sembra la caduta degli dèi. Siccome siamo stati tutti giovani e ci siamo approcciati, chi con più talento chi con meno, ad ambienti nuovi tutti da scalare, è impensabile essere esenti da alti e bassi. Alessandro ieri ha giocato una partita senza ombra di dubbio insufficiente per tanti motivi, nonostante sia riuscito ad impreziosirla con una schiacciata che ha permesso di ritrovare linfa vitale alla squadra dopo un pericoloso -7 nel terzo quarto.
Su quell’ultimo possesso dei regolamentari è stato detto tutto e il volto di Belinelli durante il ritorno in panchina lasciava intravedere molta meno poker face del solito.
Però la memoria RAM che si tende ad avere, fa già dimenticare tutto quello che è stato fatto sino al giorno prima, ovvero una personalità e una voglia di vincere irrefrenabile. Per chi avesse rimosso, c’è la possibilità di andare a riguardarsi il quarto periodo della partita contro l’Islanda dove molti azzurri hanno giocato allo scarico di responsabilità sui tiri importanti, che Ale non ha mai rifiutato.
Questo ragazzo non è aiutato, in maniera molto simile al suo compagno Bargnani, da un linguaggio del corpo che trasmetta emozioni e questo da “controllo dei propri nervi” nei momenti buoni, diventa “menefreghismo” nei momenti cattivi.

Per tutti i tifosi Olimpia questo ragazzo ha portato con la sola forza della sua caparbietà, una squadra eliminata e dominata da Sassari a una gara 7, poi comunque persa, ma che nulla leva alla valenza di un atteggiamento da capitano e da giocatore che si rifiuta di perdere.
Il suo post su Facebook di oggi conferma ancora di più che non ha paura nè di prendersi responsabilità, nè di ammettere che avrebbe potuto e dovuto fare meglio. Sa perfettamente di essere all’interno di un lungo percorso che dovrà portarlo nell’olimpo del basket e uno che ne capisce come Meo Sacchetti dopo gara 7 gli ha detto: “Le lacrime di oggi saranno la tua forza di domani”, sapendo bene quale tipo di carattere abbia questo campione.
Si, perché è già un campione, uno di quelli che può permettersi di dominare le partite di un europeo. Uno di quelli forti che ha 22 anni, perché ce lo dimentichiamo spesso, ma questa è la sua età e se avete due soldi, puntateli sul suo pronto riscatto.