Pianigiani: “In Eurolega per vivere delle notti speciali. E sui playoff…”

Il tecnico biancorosso ha presentato la stagione europea, al via venerdì a Podgorica
09.10.2018 13:54 di Fabio Cavagnera Twitter:    vedi letture
Pianigiani: “In Eurolega per vivere delle notti speciali. E sui playoff…”

E’ tempo di pensare all’Eurolega per l’Olimpia Milano. I biancorossi iniziano oggi la preparazione verso il debutto europeo di venerdì sera sul campo del Buducnost Podgorica e Simone Pianigiani ha presentato, in conferenza stampa, la stagione europea, affrontando tantissimi temi. Prima ha ricevuto la prestigiosa Retina d’oro 2018, con un riconoscimento nato nel 2000 e consegnato per valori etici ed umani importanti, non solo legati al mondo del basket. Poi è tempo di parlare di Europa.

Cosa chiede all’Olimpia?
Chiedo un senso di responsabilità ed appartenenza a questo progetto e, di conseguenza, avere un po’ di faccia tosta ed orgoglio nel portarlo avanti. Di fronte a questo, siamo consapevoli inizierà da questi giorni, un tritacarne prima mentale che fisico. Il modo in cui lo viviamo sarà caratterizzante per darci un’identità e determinante per i successi che potremo avere o meno. Tutte le cose in cui vorremo grattare qualcosa in più rispetto all’anno scorso, dove ne abbiamo giocate alla pari, ma ora vogliamo vincerne qualcuna di più”.

Quanto è importante creare un’identità ed una personalità di squadra?
Dobbiamo costruircela ed averla. Al di là dell’ambizione, le squadre più forti hanno questo. E’ l’anno in cui dobbiamo cominciare a metterla, perché non siamo all’anno zero, seppur con un percorso ancora importante da fare. Questo è fondamentale. Abbiamo costruito tanto sin dall’estate dal punto di vista di scelte puntando su questo, quanto riusciremo ad esserlo nelle difficoltà e nella quotidianità di impegni, caratterizzerà la nostra stagione”.

L’aspetto mentale è fondamentale, soprattutto in Eurolega
E’ la grande sfida di tutti. Abbiamo reso consapevole la squadra del percorso, in questo si riconoscono i progetti solidi. L’approccio mentale come gruppo è la sfida. Si parte da questo e poi si va a ritoccare. Le energie nervose sono più importanti di quelle fisiche, come ad esempio venerdì a Podgorica e poi domenica su un altro campo caldo contro Bologna. Poi mercoledì i campioni d’Europa e poi sull’aereo per il Pireo e poi Pistoia. Queste 5 partite in nove giorni è un antipasto di quello che succederà per tutta la stagione”.

A Mike James avete dato in mano le chiavi della squadra: cosa ha scoperto in questo mese di lavoro con lui, rispetto alle aspettative di inizio preparazione?
Come ruolo, il playmaker deve essere chiave per una squadra. In una pallacanestro moderna, almeno a livello di primo play, non si può prescindere da un giocatore che sappia già mettere in grado pressione sulla difesa avversaria, cioè aggredire, far punti. Questo è estremamente importante. In lui ho scoperto una disponibilità ed una maturità che è positiva, così come lo è la comunicazione tecnica con le altre guardie. Dove dobbiamo crescere molto è capire quando è il momento di essere più cinici ed il momento di spingere e quando rallentare, ma è una questione di squadra”.

Quanto sarebbe importante una partenza positiva?
La buona partenza conta perché dà fiducia e vieni a lavorare in palestra meglio, pur consapevoli dei momenti difficili che arriveranno. E regala anche già un’impronta in Europa, dove vogliamo fare ulteriori passi avanti, per giocarsela e competere. Però questa formula fa si che non puoi deprimerti se hai delle sconfitte iniziali, come ha dimostrato il Baskonia lo scorso anno, arrivando ai playoff da 0-5, oppure l’Efes l’anno prima, ad un passo dalle Final Four”.

Quali sono le concorrenti di Milano?
Non ci sono fasce, se non la consapevolezza che tre squadre partono per vincere, Real, Cska e Fenerbahce, che si fa fatica a vederle fuori dalle Final Four. Se non succedono cose clamorose, quelle ci saranno. Le altre nessuna gioca per salvarsi, ma tutte con l’obiettivo di competere fino all’ultimo per andare per i playoff. L’equilibrio è tale che basta poco per entrare o restare dentro. Poi anche contro le big, dipende dal momento in cui le incontri, puoi provare a fare il colpaccio. Vorrei la nostra fascia fosse quella. Non impaludati sul fondo, ma legittimamente dietro le prime, nel gruppone che vuole tenersi viva la chance”. 

Consiglierebbe la formula dell’Eurolega al calcio?
E’ bellissima perché la gente vede tutte le migliori ed è avvincente, certo dobbiamo fare tutti una riflessione che le partite sono troppe. Se non sbaglio, l’anno scorso Andrea Agnelli aveva detto che il calcio sta giocando troppo. Ci deve essere un riequilibrio. Io ono spaventatissimo dal capire come l’anno prossimo trovano le date, con 18 squadre in Serie A ed Eurolega Il Mondiale finisce il 15 settembre e fino ad una settimana dopo non puoi iniziare nulla. Poi a luglio 2020 ci sarà il preolimpico”.

Quest’anno avete deciso di avere un roster un po’ più corto. Come gestirà il turnover?
Lo scorso anno, dovendo iniziare un ciclo, avevamo cose chiare, ma anche dei contratti ereditati dal passato. Non è che puoi tagliare tutto e ripartire, c’era da valutare. L’idea era quella che abbiamo provato a fare quest’anno, avere un roster ridotto, però con giocatori il più possibile duttili ed intercambiabili. Può capitare James di fianco a Cinciarini, nel ruolo di guardia, oppure Nedovic e Della Valle insieme, considerando che con Micov c’è un valore aggiunto di playmaking del 3. Non è escluso si possa vedere un Kuzminskas da 3 in Eurolega o finire con Micov da 4 in Serie A. In futuro, vediamo se possiamo aggiungere un 4/5 o 5/4. Questo è tutto teorico e giusto, poi va fatto con questo ritmo di partite. Ci vuole del tempo, ma è il nostro obiettivo”.

A che punto è la situazione di Jerrells?
“Ad oggi mi pare abbia risolto il problema ed ora va messo dentro. Ha fatto una prima parte di allenamenti di squadra prima della partita con Brindisi, oggi è a pieno regime con il gruppo. Quando può rientrare non lo so, perché lui è in pieno precampionato. Per capire quando, vediamo come vanno anche le condizioni degli altri, anche perché in Eurolega non possiamo fare esperimenti. In campionato potremo provarlo un po’, però dobbiamo tenerne fuori due sani”.

Sarebbe contento a fine anno se…
Vorrei sentirci ancora più solidi in questa crescita, che sia certificato. Non una vittoria in più o una in meno. Se allenassi un’altra squadra in Serie A, direi “io voglio battere Milano”. Lo sport è questo, devi volerne battere qualcuna. Io dico perché no, sta a noi creare un’atmosfera importante anche qui a Milano per vincere qualche partita in più in casa, come l’atmosfera bellissima creata nei playoff. Lo scorso anno abbiamo fatto bene in trasferta, lo stesso record del Pana prima dell’ultima, ma dobbiamo creare di più delle notti speciali a Milano, in cui prendi qualche scalpo importante. Vorrei dire a fine stagione: ‘Europa, ci siamo’”.

La prima con il Buducnost, forse il debutto più difficile. Non una squadra con tradizione, ma con la voglia di tornare con un successo in Eurolega
La prima cosa che dirò alla squadra, con la prima fotografia dell’identità della squadra avversaria, è far capire che non è mai una partita banale quando vai a giocare a Podgorica. So cosa significa, devi prima resistere ad un assalto, sotto tutti i punti di vista, un po’ come era difficile vincere sul campo della Stella Rossa negli ultimi anni. Anche loro, che tornano in Eurolega, poi adeguarsi a questo format possono avere qualche difficoltà in più, però adesso sono entusiasti e con la voglia di tornare. Dobbiamo sbucciarci gomiti e ginocchia, trovando il modo di segnare qualche canestro con qualche testata qua e là, senza pensare di fare solo le cose normale. Poi dobbiamo avere anche la personalità di imporre la nostra qualità ed identità. Anche loro sono molto versatili e duttili, dobbiamo non perdere il filo del discorso tra atmosfera e quintetti particolari che loro possono fare”.

Della Valle come si sta inserendo? Cosa si aspetta da lui in campionato ed Eurolega?
L’inserimento è molto buono, questa estate è stato qui da subito, sia sul suo fisico che dal punto di vista tecnico. Ha un approccio alla preparazione importante, è uno che si riguarda, si ristudia ed aspetta i dettagli, vedere cosa può fare meglio. Sa dove si trova, mentre l’Eurolega è una bestia diversa e peggiore. Lì vedremo, dovrà anche eventualmente dare due o tre legnate e fare falli, cosa che l’anno scorso poteva fare, dovendo giocare 30 minuti. Ovviamente gli servirà del tempo, ma ha già piena fiducia di tutti i suoi compagni”.

Come procede l’inserimento dei nuovi lunghi?
E’ ovvio che il compito per Burns è quello dove ci vorrà un po’ di tempo: deve fare un po’ il jolly, perché, quando porto solo un lungo in campionato, dovrà fare il 5. Viceversa in Eurolega potremmo avere bisogno di stazza e farlo giocare da 4. C’è tanta strada da fare, anche perché è quello che è andato via da subito questa estate. Ora gli chiediamo di non perdere le caratteristiche di entusiasmo, voglia di lottare, poi ci vorrà un po’ di tempo per il resto. Però abbiamo tante opzioni da cavalcare, perché paradossalmente potremmo giocare momenti con Brooks da 5, in situazioni particolari”.

E’ un roster all’altezza almeno dell’ottavo posto in Eurolega?
A me piace l’idea di squadra che abbiamo fatto. E’ una squadra che mi intriga ed ha margini di crescita, però senza partire da zero. Per arrivare lì, poi, devi fare una stagione particolare, in cui ruotano anche bene cose particolari, sfruttando le opportunità. Per la logica di tutto questo, la solidità, il vissuto ed il rispetto degli altri, ti devi ancora solidificare lì. Però noi giochiamo per entrarci”.