Avellino saluta il vertice, i rischi di Sassari e Torino, i crolli salvezza

Cosa ci ha detto la 24.a giornata di una Serie A sempre più vicina alla fine della stagione regolare
02.04.2018 16:01 di  Fabio Cavagnera  Twitter:    vedi letture
Avellino saluta il vertice, i rischi di Sassari e Torino, i crolli salvezza
© foto di Twitter Avellino

Tanti spunti, ma una stagione con verdetti sempre più intricati. A sei giornate dalla fine della stagione regolare, c’è tutto ancora in ballo e la 24.a giornata non ha risolto nessuna situazione. L’unico ‘verdetto’ è l’addio ufficiale di Avellino ai primi due posti: gli otto punti di ritardo da Milano ed i sei da Venezia sono irrecuperabili, visto anche gli scontri diretti sfavorevoli con entrambe. Ed anche il terzo posto rischia di essere andato, soprattutto se Brescia dovesse vincere il recupero di mercoledì con Reggio Emilia: è 2-0 con gli irpini negli scontri diretti e andrebbe a +4, pur con un calendario difficile.

Il quarto è ancora abbastanza al sicuro, visto il ko di Bologna a Cremona ed un cammino ora un po’ più in discesa: Cremona e Pesaro in casa, Capo d’Orlando in trasferta nelle prossime tre. Pur nel momento di crisi, un paio di vittorie la ‘Sacripanti band’ dovrebbe strapparle. Restando in zona playoff, Sassari e Torino rischiano seriamente di restare fuori dalla volata scudetto: i piemontesi sembrano aver spento la luce, dopo aver vinto la Coppa Italia, con la testa più alla fine della stagione che al campo. I sardi, invece, quella luce non l’hanno quasi mai accesa e continuano a viaggiare tra alti (pochi) e bassi (molti), pur avendo un roster almeno da prime otto. Ma è ancora tutto aperto.

La volata salvezza è ridotta alla sfida tra Pesaro e Capo d’Orlando, con quest’ultima attualmente salva, visto lo scontro diretto favorevole. Tuttavia, le ultime prove fornite da entrambe sono ai limiti (e forse oltre) dell’imbarazzante: mai in partita e travolte sin dalla palla a due, senza mostrare quella tipica grinta di chi sta lottando per la propria sopravvivenza. Difficile dare una spiegazione: certo in casa siciliana è una rivoluzione continua ed i marchigiani, dopo i tempi d’oro, è da anni che si salvano in extremis, però questa arrendevolezza appare davvero troppo, per pensare solo a problemi di campo.